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Industria, consumi culturali e comportamenti illeciti: il webinar di Fapav e Ipsos

Mostrata la ricerca Ipsos/Favap su pirateria audiovisiva

ROMA – “I lavori di oggi mostrano un percorso lungo, dove abbiamo messo in discussione noi stessi e siamo riusciti a collaborare con tutti i protagonisti del settore audiovisivo e multimediale, per raggiungere dei risultati importanti, dovuti a loro, associazioni, associati e aziende con cui parliamo quotidianamente”.

Con queste parole Federico Bagnoli Rossi, segretario generale FAPAV- Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali, apre i lavori del webinar sulla pirateria audiovisiva in Italia, organizzato con Ipsos Italia, azienda di ricerca marketing multinazionale.

Il webinar, moderato dalla giornalista Stefania Pinna di Skytg24 e dedicato ad Ennio Morricone, musicista e premio Oscar scomparso di recente, ha visto intervenire gli attori principali del multimediale che si sono confrontati sugli strumenti di prevenzione e perseguimento degli illeciti sul web, alcuni letteralmente esplosi durante la pandemia come quello delle IPTV, lo streaming illegali dei programmi televisivi a pagamento.

“Le autorità devono mettere nelle migliori condizioni possibili gli attori dell’audiovisivo e per questo servono nuovi strumenti di tutela per far ripartire il settore dopo il lockdow- ha proseguito Rossi- La tutela di questo settore è strategica, ecco perché servono nuovi strumenti di tutela per contrastare una filiera illecita che, ricordiamo, migliora nel tempo alla ricerca del profitto.”

A questo scopo, capire il fenomeno tramite l’aiuto dell’analisi scientifica diventa fondamentale come dimostra l’intervento del professore Nando Pagnoncelli che ha fatto il punto sul consumo culturale e i comportamenti illeciti in Italia nel 2019:

“Anche quest’anno luci e ombre, il numero persone che ha realizzato atti di pirateria è simile dal 38 al 36 %. Una contrazione importante è avvenuta sugli atti di pirateria totale: un italiano su tre effettua atti di pirateria per i film, in calo, mentre in crescita per le serie tv. Cresce utilizzo app e social network per la pirateria.”

Numeri che cambiano secondo la ricerca se si vanno a guardare gli adolescenti, soggetti più a rischio degli adulti.

“Diminuiscono significamente i ragazzi che lo fanno, crescono però gli atti illeciti nel complesso- spiega il prof. Pagnoncelli- 1 adolescente su 3 pone in essere atti di pirateria. Su questo voglio dire, in generale, che la repressione è importante ma questo fenomeno non di esaurisce con questo tipo di interventi ma fondamentale è elemento culturale. La speranza è data anche dal lockdown, dove gli italiani hanno dato grande prova in termine di capitale sociale, senso delle regole.”

Senso delle regole che secondo il viceministro dell’Interno, Vito Crimi, non è comune a tutti anche per un problema di percezione del reato:

“Il problema di come viene percepito il reato della pirateria online è importante. Sulle app di messaggistica, ad esempio, vi è un venir meno della concezione dell’atto ostile. Ne discende la consapevolezza o la non consapevolezza di essere perseguito.”

Comportamenti poi, che secondo Crimi hanno conseguenze importanti:

“dobbiamo far comprendere che quel gesto quasi naturale di vedere un contenuto perché ci è disponibile, alimenta un mercato criminale, a danno non solo del privato ma anche pubblica perché significa meno tasse ma anche meno posti di lavoro. Dobbiamo puntare sugli studenti per formarli sulla consapevolezza. Il ministero è in prima linea”.

Oltre ai tanti relatori che hanno partecipato ai lavori è intervento anche Andrea Martella, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega all’editoria, uno dei settori più colpiti dalla pirateria online.

“La rete è un grande strumento per le persone ma anche mare molto ampio nel quale ci si può imbattere in episodi negativi come la pirateria sia audiovisiva che editoriale che nel nostro paese è un problema- ha detto il sottosegretario– Dietro i prodotti infatti c’è la vita reale degli operatori del settore, ho ben chiaro come sia necessario intervenire. I numeri mostrati oggi dal prof. Pagnoncelli confermano come questo fenomeno sia dannoso per l’industria creativa e quanto sia vero che di fronte a questo tipo di furto, l’industria legale non possa sostenere i costi. È anche un furto alla democrazia, perché diminuisce il pluralismo delle offerte. Il quadro normativo è da rafforzare ma dobbiamo agire anche culturalmente con incentivi per l’utilizzo prodotti legali”.

“Ringrazio gli ospiti e tutte le parti che dimostrano come sia importante lavorare insieme- ha concluso Federico Bagnoli Rossi- è poi importante raccontare al pubblico i reali protagonisti di questo settore e di quanto lavoro c’è dietro alla macchina da presa, non a caso abbiamo dedicato questo webinar alla memoria di una grande lavoratore del cinema, Ennio Morricone”.

2020-07-10T10:03:06+02:00