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VIDEO | Presidio studenti a Milano: “Attendiamo risposte”

L'iniziativa di tre studentesse dell'università statale di Milano

MILANO – Hanno scritto una petizione per avere “risposte certe e concrete su come proseguirà la nostra vita in università perché paghiamo le tasse e ne abbiamo diritto. Non ci aspettavamo che ci rispondesse il presidente del Consiglio ma almeno un Rettore sì”. Loro sono Alice Biscuola, Teresa Tessari e Chiara Citino, studentesse al secondo anno di filosofia e scienze politiche all’università statale di Milano. Tutt’altro che avvilite dalla mancata risposta e anzi più determinate, hanno poi contattato tutte le liste universitarie del loro ateneo per “condividere riflessioni e frustrazioni e rimettere finalmente studenti e studentesse universitari al centro del dibattito pubblico, cosa che manca da troppo tempo”.

L’appello questa volta è stato raccolto e oggi pomeriggio, di fronte alla sede centrale di via festa del perdono, si è tenuto un presidio a cui hanno aderito le liste universitarie della Statale Unilab Unimi, Studenti Indipendenti Statale e Sinistra Universitaria-UdU Statale. L’occasione è data dalla concomitante seduta del Senato Accademico, a cui, hanno dichiarato i diversi rappresentanti di lista intervenuti al presidio “stiamo chiedendo risposte su questioni minime, irriducibili”.

Le studentesse e i co-organizzatori del presidio insistono sull’importanza di una “riapertura settembrina tempestiva e necessaria ma che non lasci indietro nessuno”. Dal Senato accademico si aspettano quindi “una ridefinizione della retta” dal momento che “abbiamo pagato per servizi dimezzati se non addirittura assenti”. L’ampliamento della fascia di esenzione fiscale fino a 20mila euro di reddito Isee, dicono, “non è abbastanza”; serve, al contempo, procedere a una rimodulazione “al ribasso dei criteri di merito per la conferma e l’acquisizione della borsa” e ad “un aumento dei fondi per il diritto allo studio che attualmente Regione Lombardia non copre nella sua interezza”.

“Occorre poi trovare una soluzione al problema degli stage curricolari” sospesi durante il lockdown e una “continuità in sicurezza del programma Erasmus” perché, sostengono studenti e studentesse, “la proposta di Erasmus a distanza della Commissione Europea non è accettabile”. La casa e l’alloggio poi è un altro nodo critico: “È necessario un sostegno concreto agli affitti di studenti e studentesse fuorisede, i più svantaggiati dalla crisi sanitaria che ha costretto molti e molte di loro a tornare nella propria regione. Senza di noi l’università non esiste, noi la rendiamo viva, perciò servono finanziamenti extra e semestri bonus per recuperare”. Tra lauree mancate e archivi inaccessibili perché non digitalizzati, studenti intervenuti esprimono frustrazione: “Manca peso e misura. La laurea in presenza no ma le feste nei locali sì”.

2020-07-15T09:18:34+02:00