hamburger menu

Scuola, docente liceo Flacco di Portici: “Rassegnati a rientro dopo Natale”

Nel liceo più focolai, ma il contagio non è avvento in classe

NAPOLI – Qualche giorno di lezione, e poi di nuovo tutti a casa. Il liceo ‘Flacco’ di Portici, in provincia di Napoli, ha chiuso i suoi cancelli prima ancora che l’ordinanza del Presidente della Campania Vincenzo De Luca prescrivesse la sospensione didattica per tutte le scuole del territorio. Una scelta difficile da digerire per i ragazzi e il personale, ma necessaria secondo la docente Olga Cirillo, insegnante di latino e greco nello storico liceo campano.

“Tornare alla didattica a distanza per noi docenti è difficile. Non c’è il corpo, non ci sono gli sguardi, non è la stessa cosa- racconta all’agenzia di stampa Dire- ma i casi stavano diventando troppi. Portici ha una densità abitativa molto elevata e in alcune classi si erano sviluppati anche dei piccoli focolai”.

Contagi che però non erano avvenuti in classe, spiega la professoressa, ma fuori dalle aule, lungo il tragitto per arrivare a scuola. Tra tutti i docenti testati, infatti, non sono stati rilevati casi: segno che le misure precauzionali all’interno delle aule funzionano.

“Ma il problema è l’intero indotto, anche se il contagio non avviene in classe la scuola crea aggregazione- aggiunge la docente– se la situazione resta invariata, ci aspettiamo di tornare in classe dopo Natale”.

Così, dopo appena tre settimane di scuola, gli studenti del ‘Flacco’ sono tornati a fare didattica a distanza.

“All’inizio l’hanno presa male, erano spaventati, tristi. Per chi è risultato positivo è stato ancora più difficile a livello emotivo- racconta– ma per fortuna c’è la scuola a tenergli compagnia e guidarli. A tutte le ore, ogni volta che ci contattato per ogni minima cosa: per loro siamo sempre disponibili”.

Ma se per gli studenti non è stato facile tornare alla didattica a distanza, per i docenti è stato ancora più frustrante riorganizzare le lezioni in streaming, anche perché

“la scuola è diventata smart, ma i programmi non lo sono. E c’è il rischio che questo periodo crei una lacuna didattica nei ragazzi”.

Per supplire a questo vuoto, i docenti cercano di rendere le lezioni interattive e coinvolgere i ragazzi, ma non è semplice, e con la distanza gli studenti meno motivati rischiano di allontanarsi ancora di più.

“Rispetto alla prima chiusura ora le cose vanno molto meglio: siamo più organizzati, abbiamo un orario e una programmazione. Ma resta l’anello debole della verifica”.

I docenti, infatti, non sanno come fare se la chiusura dovesse continuare:

“lo scorso anno avevamo comunque alle spalle sette mesi di scuola su cui basare la valutazione, ma se dovesse continuare così, come facciamo?”.

Gli studenti, però, almeno sui comportamenti individuali sembrano essersi responsabilizzati.

“A volte si incontrano, è normale, ma molto meno rispetto a prima, e sempre con le giuste precauzioni. Non riescono a rinunciare del tutto alla socialità”.

2020-10-28T14:06:18+01:00