ROMA – Si chiama “Riconnessioni” ed è un modello di didattica innovativa. Un programma per le scuole primarie e secondarie di primo grado che nei mesi scorsi ha dato il suo contributo per la continuità formativa in molte scuole di Torino e prima cintura. L’obiettivo che si prefigge il progetto è quello di coniugare intervento infrastrutturale e formazione per promuovere una scuola innovativa, inclusiva e creativa. L’attività coinvolge un numero selezionato di docenti in ogni scuola, e prevede una serie di percorsi di formazione laboratoriali ed esperienziali, con l’obiettivo di divulgare quanto appreso sia con i colleghi docenti sia all’interno delle classi. “Riconnessioni” ha già raggiunto 300 scuole e quasi 100mila studenti, inserendosi tra le più grandi esperienze di didattica digitale integrata d’Europa.
Grazie a “Riconnessioni” molte scuole hanno avuto l’opportunità di realizzare tecniche innovative di insegnamento che rientrano nel quadro della didattica innovativa richiesta dalla stessa Dad. Ci sono state scuole che hanno voluto portare avanti l’esperienza “Riconnessioni” andando oltre il programma di formazione previsto, attraverso un progetto ad hoc sulla base delle richieste avanzate dagli insegnanti. Ilaria De Santis, docente di italiano, storia e musica dell’Istituto Comprensivo “Corso Racconigi” di Torino racconta come la formazione a cascata, effettuata a distanza attraverso webinar promossi da “Riconnessioni”, sia stata fondamentale per portare avanti una Dad efficace e stimolante.
“Questa esperienza ci ha permesso di ripensare e rimodulare i percorsi didattici. – afferma la docente – Abbiamo avuto modo di sperimentare applicazioni e strumenti che, in una situazione di ‘normalità’, non avremmo mai avuto modo di esplorare. E questo ci è servito per entrare davvero in contatto con i nostri alunni, riuscendo a coinvolgerli meglio durante le lezioni da remoto”.
Forti di questa esperienza passata, è stato deciso di ampliare il programma coinvolgendo un numero superiore di docenti. Nel prossimo futuro l’idea è quella di implementare un progetto di tutoraggio che spinga i docenti a utilizzare in classe le buone pratiche apprese durante la formazione di Riconnessioni con il supporto di un docente esperto. Un’altra esperienza di docenti che hanno acquisito competenze nuove per supportare i propri alunni nel percorso di apprendimento, vede protagonista Lucia Dimotta, insegnante di inglese e di sostegno, in forza all’Istituto Comprensivo “Ugo Foscolo” di Torino:
“Con i miei alunni di terza elementare – spiega l’insegnate – abbiamo lavorato sullo studio del corpo umano e sulla lingua inglese, che è la mia materia. Tutto è partito dalla domanda: cosa vuoi fare da grande? Ogni bambino ha disegnato con carta e matita una rappresentazione di sé stesso com’è oggi e dell’adulto che vorrebbe diventare. I disegni realizzati, sono stati poi riportati in formato digitale e io ho creato con PubCoder l’app”.
Il risultato è stato davvero sorprendente: partendo dalla descrizione che il bambino fa di sé stesso, si procede all’individuazione delle caratteristiche fisiche ascoltate e con la tecnica del drag and drop si va a ricomporre il disegno originale.
“La cosa che più mi ha colpita – aggiunge il docente – è stato l’entusiasmo e il coinvolgimento dei bambini: quando mostravo in classe il work-in-progress attraverso l’app, erano tutti sempre pronti a darmi suggerimenti e idee per migliorare il risultato finale”.
L’esperienza di “Riconnessioni” nelle scuole può essere descritta in due parole: comunità attiva! Ovvero una rete di dirigenti scolastici e docenti che si confronta e collabora; progetta e realizza mettendo insieme le forze; si forma tra pari, si rinnova e cresce; condivide buone pratiche, strumenti e risorse didattiche.
In questi tre anni proposti più di 80 percorsi laboratoriali sui temi inclusione, creatività, pensiero computazionale, cittadinanza digitale, strumenti per la comunità scolastica, coinvolgendo oltre 1500 docenti che insieme a esperti del settore si sono confrontati sui bisogni pratici di chi fa didattica oggi. Ogni docente, finito il laboratorio, ha formato almeno cinque colleghi, per cui la comunità di pratica di Riconnessioni è diventata capillare in ogni scuola.