ROMA – Nella giornata di ieri una voce più grande di altre per risonanza internazionale si è fatta megafono di una vicenda con cui ormai abbiamo purtroppo a che fare da parecchi mesi, e ha chiesto giustizia.
L’attrice statunitense Scarlett Johansson ha infatti caricato un video-appello su Youtube per chiedere la scarcerazione immediata di quattro esponenti dell’Ong egiziana Egyptian Initiative for Personal Rights, ‘Eipr’, che si occupa di diritti civili. Le quattro persone sono, rispettivamente: Gasser Abdel Razek, direttore esecutivo della Ong, Karim Ennarah, responsabile delle attività riguardanti la giustizia penale, Mohamed Basheer, responsabile amministrativo, e infine Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna in custodia cautelare perché accusato di propaganda sovversiva. Quest’ultimo è in carcere da più tempo di tutti: è stato fermato a febbraio, mentre gli altri tre tra il 15 e il 19 novembre.
“Esporsi in Egitto oggi è pericoloso. Voglio sottolineare la difficile situazione di quattro persone, ingiustamente arrestate per il loro lavoro, lottando per la dignità degli altri: Gasser, Karim, Mohamed e Zaki, della Egyptian Initiative for Personal Rights”, ha spiegato la star di Hollywood. “Questi uomini hanno dedicato la loro vita a combattere contro le ingiustizie e ora si trovano dietro le sbarre. Tutti loro stanno affrontando false accuse che potrebbero portare a molti anni di prigione. Infatti, il loro unico crimine è stato quello di difendere la dignità degli egiziani. L’’Eipr’ lavora da anni instancabilmente e coraggiosamente in prima linea per proteggere e difendere i più fragili, per riformare il sistema inefficiente di giustizia criminale che si abbatte sulla vita delle persone innocenti e per abolire la pena di morte”.
Poi ha fatto una breve digressione su ciascuno dei quattro: “Karim, che recentemente si è sposato, passerà il suo trentasettesimo compleanno in carcere. Gasser ha detto a una recente udienza in tribunale che gli sono state negate le coperte in una gelida cella di isolamento. La moglie di Mohamed è disperata perché vuole vederlo e, così come per le altre famiglie, le è stata negata ogni visita. Zaki è stato torturato dopo che la polizia lo ha arrestato all’inizio di quest’anno”.
Chiude, tornando a fare un discorso collettivo: “Loro rappresentano il coraggio e l’intelligenza di così tanti egiziani che ottengono dei cambiamenti nonostante le incredibili probabilità. Un governo veramente democratico celebrerebbe questi uomini, non li imprigionerebbe”. Infine, chiosa: “Oggi mi unisco al popolo d’Egitto e a molti altri nel mondo e chiedo l’immediata scarcerazione di Gasser, Karim, Mohamed e Zaki. E buon compleanno, Karim, non sei solo”.