La nuova Luna della NASA è Marte. Sebbene l’agenzia spaziale americana stia pianificando un ritorno sul nostro satellite, i progetti scientifici degli ultimi anni sono per la maggior parte volti a portare l’uomo sul pianeta rosso. C’è anche una data: la colonizzazione marziana è prevista per il 2030. Uno scorcio di questa prospettiva fantascientifica l’abbiamo visto nel 2015 con il film The Martian.
Diretta da Ridley Scott, la pellicola vede protagonista Matt Damon, astronauta in missione su Marte dove, suo malgrado, sarà costretto a rimanere da solo e sopravvivere per 564 giorni terrestri (549 SOL, in giorni marziani).
Ma tutto quello che abbiamo visto in The Martian è davvero possibile?
Sebbene l’azione si svolga 20 anni nel futuro, la NASA sta già sviluppando molte delle tecnologie che appaiono in The Martian.
Habitat
Sulla superficie di Marte, il protagonista trascorre una notevole quantità di tempo nel modulo abitativo – Hab – la sua casa “lontano da casa”.
Al Johnson Space Center della NASA, gli equipaggi si allenano per missioni nello spazio profondo di lunga durata nell’HERA (Human Exploration Research Analog).
HERA è un ambiente a due piani completo di alloggi, spazi di lavoro, un’area di igiene e una camera di equilibrio simulata. All’interno del modulo, i soggetti del test svolgono compiti operativi, completano gli obiettivi di carico utile e vivono insieme fino a 60 giorni, simulando le future missioni nell’ambiente isolato.
Patate marziane
Oggi gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale possono contare al rifornimento di merci dalla Terra, cosa che su Marte sarebbe impossibile: anche con la consegna espressa ci vorrebbero almeno nove mesi. Per sopravvivere, dunque, avranno bisogno di una fonte continua di cibo, coltivando colture.
In “The Martian”, l’Hab diventa una fattoria autosufficiente, rendendo le patate la prima coltura marziana.
Oggi, nell’orbita terrestre bassa, la lattuga è il raccolto più abbondante nello spazio.
A bordo della Stazione Spaziale Internazionale, “Veggie” è un sistema di produzione di alimenti freschi utilizzabile.
Usando luci rosse, blu e verdi, Veggie aiuta le piante a crescere in piccole sacche contenenti terreni e fertilizzanti. Nel 2014, gli astronauti hanno utilizzato il sistema per coltivare la lattuga rossa “Outredgeous” e hanno campionato per la prima volta il raccolto coltivato nello spazio. Un enorme passo avanti nell’agricoltura spaziale. La NASA sta cercando di espandere la quantità e il tipo di colture per aiutare a soddisfare i bisogni nutrizionali dei futuri astronauti su Marte.
Acqua
Non ci sono laghi, fiumi o oceani sulla superficie di Marte, e l’invio di acqua dalla Terra richiederebbe più di nove mesi. Gli astronauti devono essere in grado di creare la propria riserva d’acqua. In The Martian, il protagonista ha bisogno di usare la sua ingegnosità per inventare alcuni modi per rimanere idratato e assicurare la sua sopravvivenza sul Pianeta Rosso.
#SpaceVine – Turns out a sphere of floating water makes the ultimate fisheye lens https://t.co/uobci1e8RB
— Reid Wiseman (@astro_reid) 9 ottobre 2014
Sulla Stazione Spaziale Internazionale, nessuna goccia di sudore, lacrime o persino urina va sprecata. Il sistema di controllo ambientale e di supporto vitale recupera e ricicla l’acqua da qualsiasi fonte: urina, lavaggio delle mani, igiene orale e altre. Attraverso il sistema WRS, l’acqua viene recuperata e filtrata, pronta per il consumo.
La NASA sta continuando a sviluppare nuove tecnologie per il recupero dell’acqua.
Ossigeno
Cibo, acqua, casa: tre elementi essenziali per la sopravvivenza sulla Terra. Ma c’è un quarto su cui non pensiamo molto, perché è liberamente disponibile: l’ossigeno. In The Martian il protagonista per sopravvivere deve portare la propria scorta di ossigeno ovunque vada. Ma prima deve produrlo. Nel suo Hab usa l'”ossigenatore”, un sistema che genera ossigeno utilizzando il biossido di carbonio del generatore di carburante MAV (Mars Ascent Vehicle).
Sulla Stazione Spaziale Internazionale, gli astronauti hanno il Sistema di generazione dell’ossigeno, che rielabora l’atmosfera del veicolo per fornire continuamente aria respirabile in modo efficiente e sostenibile. Il sistema produce ossigeno attraverso un processo chiamato elettrolisi, che divide le molecole d’acqua nei suoi componenti, ossigeno e atomi di idrogeno. L’ossigeno viene rilasciato, mentre l’idrogeno viene scartato nello spazio o immesso nel sistema Sabatier, che crea acqua dai rimanenti sottoprodotti nell’atmosfera della stazione.
La NASA sta lavorando per recuperare ancora più ossigeno dai sottoprodotti per prepararsi al viaggio su Marte.