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VIDEO | ‘Donne, Memoria e dialogo interreligioso’ al Brutium di Cosenza

Studenti, docenti e rappresentanti comunità confessionali all'incontro online

ROMA – “In una società multiculturale il dialogo è l’unica scelta di pace. Perciò, nonostante questo momento pandemico, abbiamo voluto organizzare questa tavola rotonda proprio nella settimana della memoria della Shoah, evento che ha rappresentato l’apice dell’intolleranza. Il compito della scuola è insegnare il dialogo per un nuovo futuro di civiltà e giustizia sociale per tutti”. Così Rosita Paradiso, dirigente scolastica del polo tecnico scientifico ‘Brutium’ di Cosenza, aprendo l’incontro online ‘Donne, memoria e dialogo interreligioso’. Incontro, quello di stamane, organizzato dall’istituto cosentino in collaborazione con diregiovani.it e con il locale gruppo interreligioso che riunisce svariate confessioni.

In collegamento per questa quarta edizione della rassegna ‘Dal dialogo… fiaccole di pace’ gli studenti e le studentesse del ‘Brutium’. Dialogo come confronto tra religioni, quindi, ma anche dialogo come scoperta di una spiritualità dimenticata. Così Rosa Ciacco, illustrando il lavoro dell’associazione di cui è presidente, ‘Coesistenze’. Associazione nata con “spirito di ricerca”, dice infatti; ricerca del “trascendente” come àncora che può salvare, prosegue Ciacco citando Viktor Frankl, psichiatra austriaco, sopravvissuto ad Auschwitz. Secondo Frankl, parafrasando, dai lager sarebbero sopravvissuti non i forti ma coloro che sono riusciti ad aggrapparsi a un desiderio trascendente, un amore, qualcosa che li aspettasse fuori.

Lo sguardo è quindi da rivolgere al futuro, sottolinea Emanuela Fibonacci, studentessa al quinto anno del ‘Brutium’: “Il confronto, anche quello attraverso i social, è molto importante per fare memoria tra i giovani. Rafforzando la nostra conoscenza di quello che è avvenuto e parlando con altri, familiari e amici, potremo migliorare la società in cui viviamo. Dall’indifferenza nascono generalizzazioni e negazionismi, noi dobbiamo mantenere viva la memoria per costruire il nostro presente e il nostro futuro”.

Comunicare gli orrori del passato con gli strumenti dell’oggi è quello che ha fatto la classe 4B. Studenti e studentesse, coordinati dalla docente Elisabetta Bevivino, hanno infatti partecipato al concorso ‘I giovani ricordano la Shoah’ con un video intitolato ‘Tra memoria e speranza’. Video in cui il rapper Loki canta un testo scritto interamente da studenti dopo avere studiato e ascoltato testimonianze storiche. La prima esponente di comunità religiosa a prendere la parola è Susanna Giovannini della Chiesa Pentecostale Bethel, rappresentante del Sae (Segretariato per le Attività Ecumeniche) e membra dell’Osservatorio interreligioso sulla violenza alle donne.

Giovannini si è rivolta al giovane pubblico collegato: “Dialogare significa ascoltare l’altro, così si creano rapporti di amicizia. Questo dovete fare voi ragazzi, mettervi in gioco nel confronto e nell’ascolto. Noi siamo spesso i primi a fomentare divisioni- conclude parlando del lavoro dell’osservatorio sulla condizione femminile nelle chiese- le donne hanno un ruolo fondamentale nel dialogo e oggi hanno capito di essere importanti per fare da ponte tra confessioni”.

Le succede don Fabio De Santis, dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo. Il parroco sceglie di raccontare la storia di Massimiliano Maria Kolbe, “monaco francescano polacco che nel lager si fece avanti per essere ucciso al posto di un altro. Il suo gesto di libertà spense l’espressione aberrante della violenza e oggi ci insegna che amando si impara– dice don Fabio- La mancanza del dialogo tra religioni ha creato la paura nelle generazioni passate. Papa Francesco ci invita a riflettere sul percorso che ha portato alla follia della Shoah. Ecco allora la necessità di conoscersi, incontrarsi e amare. L’amore genera e rigenera”

La conoscenza contro gli estremismi e i fondamentalismi, dunque. Su questo insiste anche Jamal Ezzine, rappresentante del Centro Culturale Islamico di Cosenza e Rende: “Grazie al dialogo si supera tutto, perciò dobbiamo aprirci l’un l’altro. Non abbiamo capito nulla dalla storia, ancora oggi noi giriamo lo sguardo anziché volgerlo a quello che sta ancora accadendo nelle minoranze in tutto il mondo. Stiamo lasciando accadere nuove ‘Auschwitz’, ma noi oggi abbiamo un mezzo che le scorse generazioni non avevano, il web. Grazie alla rete tutti possiamo fare qualcosa”. Un invito “all’unità e alla fratellanza” arriva da Ugo Milone, rappresentante della comunità di fede Baha’i “che ispira e invita” proprio a quei principi. L’umanità, lascia intendere Milone, è come i fiori, “la loro bellezza sta nella diversità, perciò dobbiamo amarla e non temerla”. “Dietro la paura c’è la menzogna”, conclude citando appunto “le menzogne” raccontate dal regime nazista sulle supremazia della “razza ariana rispetto a quella ebraica”.

A chiudere i lavori Carlo Antonante Bugliari dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai: “Senza memoria non c’è futuro. Dobbiamo renderci consapevoli che possiamo dare forma e direzione alla storia ma per farlo oggi dobbiamo ridare agli individui la fiducia di poter creare la storia. Rimbocchiamoci le maniche- si rivolge infine ai ragazzi e alle ragazze in collegamento- e iniziamo a creare la pace nei luoghi in cui abitiamo. La memoria è come lo specchietto retrovisore dell’auto: ci permette di guardare indietro e quindi di andare avanti in sicurezza”.

2021-02-03T13:34:52+01:00