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Scuola, più di 5mila studenti incontrano Gherardo Colombo e Pif

Presentato il libro dell'ex magistrato 'Anche per giocare servono regole'

VERONA – Cinquemilaottocentoventisette studenti per novanta minuti di confronto ininterrotto con Gherardo Colombo e Pif. Lo scrittore ed ex magistrato ha presentato il suo libro ‘Anche per giocare servono regole’ insieme all’autore televisivo e regista palermitano Pierfrancesco Diliberto, durante una diretta Facebook organizzata dalla rete di istituti veronesi ‘Scuola e territorio – Educare insieme’.

In collegamento anche il preside dell’istituto ‘Copernico-Pasoli’ di Verona Flavio Filini, capofila della rete, e Laura Donà dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto. Studenti e studentesse, moderati dalla docente Daniela Galletta, hanno lavorato sul testo e fatto domande ai due ospiti. Se secondo Colombo “le regole sono giuste quando permettono di riconoscerci reciprocamente e di non creare discriminazione”, “in Italia c’è molta burocrazia perché, appena possiamo, cerchiamo di violarle le regole” come se “chi rispetta le regole sia un cretino” dal momento che “non sempre chi ha governato ha premiato chi le regole le ha rispettate” commenta Pif che esorta ad avere più “senso di comunità”.

“In una società orizzontale- continua Colombo rispondendo ad Andrea- è giusto che tutte le persone abbiano le stesse possibilità. In una società verticale è giusto il contrario. Il valore della dignità contro il valore della discriminazione”. Due modelli di società inconciliabili, ritiene l’ex magistrato, perché “basta negare la dignità di una persona per far sì che la società si trasformi in verticale. A quel punto ogni discriminazione diventa giusta. Ma la nostra Costituzione dice l’opposto”. “Si vive meglio nei paesi dove si rispettano le regole– interviene Pif, sollecitato da Andrea che chiede come incoraggiare le persone ad adottare questo comportamento- Se tu però sei il primo a non rispettarla, allora non sei autorizzato a pretendere che lo facciano gli altri”. L’osservanza delle leggi, tuttavia, non può essere incondizionata.

“Il senso della giustizia– riprende parola Colombo per rispondere a una domanda sulla disobbedienza civile- arriva dall’esperienza di quello che viviamo”. La Costituzione italiana è stata scritta dopo le tragedie del novecento “per riconoscere che siamo tutti ugualmente importanti. Quando una legge infrange i diritti fondamentali della persona, ci si assume la responsabilità della violazione, senza usare la violenza, a costo di andare in prigione. In queste condizioni è giusto trasgredire la legge ingiusta”. Anche secondo Pif “disobbedienza civile è pagare le conseguenze, così si prende posizione e si fa la differenza”. Non manca una riflessione sull’influenza esercitata dai social. ‘Punire o educare?’ È in sintesi la domanda che arriva dal pubblico online. “Se tutti capissimo di non fare del male agli altri- conclude Colombo allora non avremmo più bisogno della punizione. Dobbiamo lavorare su di noi perché questo ci venga automatico, mettiamoci nei panni degli altri”.

2021-02-08T16:22:13+01:00