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Università, inaugurato anno accademico alla Sapienza

Presente la ministra dell'Università Maria Cristina Messa

ROMA – “Non esistono opportunità predefinite solo per qualcuno. Chiunque lo voglia, deve essere posto nelle condizioni di migliorarsi. Ed è anche compito dell’università far sì che questo accada”. La rettrice dell’Università ‘Sapienza’ di Roma, Antonella Polimeni, ha inaugurato l’anno accademico dell’ateneo con una lectio magistralis sulla disuguaglianza e la mobilità sociale. Partendo da un’epistola di Seneca, la rettrice ha ribadito che di fronte alla crescita delle disuguaglianze “è necessario combattere il rifiuto della diversità, nella convinzione che non esiste distinzione fra italiano e straniero, tra ricco e povero, tra abile e disabile e tra uomo e donna. E il primo pregiudizio da abbattere– ha aggiunto Polimeni- è quello secondo cui le disuguaglianze siano utili alla società. Oggi le disparità sono in aumento. E i loro effetti sono stati drammaticamente accentuati dalla pandemia che ha sconvolto il mondo”. In Italia, secondo la rettrice, è rilevante la “disuguaglianza intergenerazionale “, che si collega alle condizioni socio-economiche della famiglia di origine. “Lo status familiare non è però l’unica condizione discriminante– ha spiegato- altri fattori sono importanti come l’accessibilità alla giustizia, o la possibilità di partecipare alla vita civica”. A cui si aggiungono la salute, la disabilità e anche il genere. Disuguaglianze che per la rettrice “interagiscono, potenziandosi l’una con l’altra”. “Di fronte alla pandemia le condizioni di svantaggio economico rappresentano fattori di rischio” ha proseguito Polimeni, che poi ha ringraziato tutto il personale medico e sanitario che lavora negli ospedali dell’ateneo. “La pandemia ha allargato la forbice delle disuguaglianze. Mentre l’isolamento ha alimentato disagio sociale, disturbi mentali e alimentari. E molti minori hanno subito una pesante perdita educativa”. Di qui, quindi, il ruolo dell’Università come motore di mobilità. “Forse non sufficiente per contrastare l’effetto delle disuguaglianze, ma di sicuro il migliore di cui a oggi si disponga”. “Maggiore accesso, migliore accesso– ha sintetizzato Polimeni- lo dobbiamo fare non per migliorare qualche indicatore o qualche coefficiente di performance, ma perché è indispensabile impegnarsi per un’offerta formativa sostenibile, favorendo processi di inclusione e valorizzazione delle diversità. Sono il razzismo, il sessismo, il classismo e l’omofobia a creare il pregiudizio e trasformare le differenze in disuguaglianze”. “La Sapienza è impegnata nella ‘quarta missione’– ha concluso Polimeni– ossia quella di favorire la crescita delle persone, la crescita di chi è più svantaggiato, di chi è nell’angolo”.

MINISTRA MESSA: FASE DI TRANSIZIONE, NECESSARIO SFRUTTARLA AL MEGLIO

“Il ministero dell’Università e della Ricerca vuole essere vicino ai propri atenei in questo momento di grande transizione. Una fase che può portare a qualcosa di meglio e deve essere sfruttata al massimo”. La ministra dell’Università Maria Cristina Messa ha inaugurato così la cerimonia di apertura dell’anno accademico 2020-2021 ‘Sapienza’ di Roma. “Il più grande ateneo di Europa. Non solo grande quantitativamente ma anche qualitativamente– ha aggiunto la ministra- perché ha attuato delle innovazioni cercando di prevenire i cambiamenti in modo interessante”. “L’Università è chiamata in questa fase a compiti molto importanti. Primo è riuscire a dare agli studenti quello di cui hanno bisogno– ha proseguito la ministra- Ci saranno cambiamenti delle competenze e dei lavori. E sappiamo che questa fase richiede anche una flessibilità dei nostri atenei”. Secondo la ministra ci sarà bisogno di semplificare, aumentare la platea di studenti laureati ed essere più attrattivi. “Bisogna anche lavorare sul mondo produttivo, e fare da cerniera tra scuola e mercato”, ha aggiunto. Messa, che è un medico, ha ricordato i cambiamenti ora in atto nel settore sanitario e sottolineato il grande risultato ottenuto con il vaccino, raggiunto a solo un anno dalla scoperta della pandemia. “Finalmente la ricerca è arrivata all’attenzione dei nostri governi”, ha concluso la ministra, spiegando che “nel Recovery Plan avrà un ruolo trasversale in tutte le missioni concordate con l’Europa. Una ricerca che ha bisogno di aiuto da parte di tutti e del nostro ministero”.

2021-02-25T14:44:43+01:00