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Milano, all’istituto Pareto 400 nuovi alberi in 4 anni

È 'Piantumation', il progetto di ecologia urbana promosso dall'istituto tecnico agrario

MILANO –  Cinquanta nuovi alberi in un anno e oltre quattrocento nel prossimo quadriennio. È ‘Piantumation’, il progetto di ecologia urbana promosso dall’istituto tecnico agrario ‘Pareto’ di Milano. “Si tratta di un progetto che riveste un’importanza ambientale significativa” spiega alla ‘Dire’ il dirigente scolastico Alessandro Bocci. Un progetto che sposa le priorità europee e mondiali per la tutela dell’ecosistema, specie nelle città, dato che, aggiunge Bocci “entro il 2050 circa il 70% della popolazione mondiale vivrà all’interno di aree urbane. È quindi evidente che con ‘Piantumation’ vogliamo ricollegarci anche a ‘Forestami'”, il piano del Comune di Milano, Città metropolitana e Regione Lombardia che punta alla piantumazione di 3 milioni di alberi entro il 2030. “Gli alberi aiutano certamente contro il riscaldamento climatico, ma la loro importanza non è solo ecologica, è anche sociale. Pensiamo alla quercia che ci ricorda la saggezza, l’ulivo che associamo alla pace o l’abete che leghiamo al Natale” conclude il preside.

“Gli alberi che pianteremo– entra nel dettaglio lo studente Leonardo Butera che seguirà il progetto- hanno una funzione chimica importantissima, che è quella di accumulare e assorbire la Co2 prodotta dall’inquinamento e rilasciare ossigeno a beneficio del pianeta. Ma hanno anche una funzione visiva, ovvero quella di dare uno spazio verde e di relax alla città. In questo modo stiamo recuperando un’area del nostro istituto che fino a poco tempo fa era in totale abbandono”.

Butera e i suoi compagni, proprio in questi giorni, stanno lavorando sull’area dopo il lungo periodo di sospensione della regolare attività didattica in presenza. Sospensione, e conseguente ritorno in Dad, che pesa anche sul ‘Pareto’ come una spada di Damocle. Intanto però si recupera tempo: vanno avanti le attività nella serra e nei laboratori, dove gli studenti, con i professori di valorizzazione delle attività produttive e chimica applicata come Federico Caligiore, trasformano, distillano, producono. Birra, formaggio, vino, distillati. Una serra, un frutteto, un parco per il giardinaggio, orti e tre tunnel che saranno destinati alla coltivazione di ortaggi invernali. Tanta biodiversità in uno spazio di circa tre ettari, inserito in un parco secolare di oltre 20mila metri quadri, di cui si prendono cura gli studenti dell’agrario ma anche quelli degli svariati altri indirizzi dell’istituto superiore. Questo è il ‘Pareto’, una scuola degli anni ’70, sorta in un bosco che sta dentro la città, dove si respira la storia della città stessa. L’istituto sorge, infatti, nell’area dell’ex ‘Paolo Pini’, l’ospedale psichiatrico delle poesie di Alda Merini che qui fu internata.

“Le vasche di lavaggio degli ex pazienti sono ancora nei sotterranei” spiega Marco, collaboratore dal 1999 e memoria storica dell’istituto; immediata la reazione del preside, insediato da poco, che fantastica su “un lavoro di ricerca per conoscere in profondità la storia di questo posto”. Tra aceri, abeti, betulle e querce, scoiattoli e pappagalli, la comunità scolastica ha quindi a disposizione quattro palazzine e un palazzetto dello sport. Con uno sguardo sempre rivolto all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità. Non solo ‘Piantumation’, infatti. C’è dell’altro che bolle in pentola al ‘Pareto’, come il progetto di coltivazione verticale ‘Vertical farming’ – pensato “per ridurre gli spazi orizzontali destinati all’agricoltura”, precisa il dirigente Bocci – o la sperimentazione di nuove tecniche agricole avviata nell’ambito di una collaborazione col Mozambico e la fondazione di padri missionari di Milano ‘Pime’.

“I nostri studenti- commenta il docente di agronomia Giorgio Giudetti- devono sapere che l’innovazione tecnologica può contribuire a ridurre l’impatto ambientale del sistema di produzione industriale nel settore agricolo e agroalimentare. Ad esempio, sempre più si stanno sviluppando le tecnologie che permettono interventi mirati in vaste aree coltivate. È utile sapere se tra tante piante ce n’è una sola che sta male, così si interviene solo su quella”. La tecnologia che può aiutare l’agricoltore a fare come una volta: guardare ogni singola pianta e capire come sta. Tutto il contrario di un’agricoltura su larga scala “con aerei che spargono glifosato”, chiosa Giudetti.

“Sarà sempre importante tutelare l’ambiente. Perciò mi sono iscritto a questa scuola, perché penso che non si faccia abbastanza– interviene ancora Leonardo Butera, studente al quarto anno con la passione del teatro e il sogno nel cassetto di fare uno spettacolo sulla natura- Qui possiamo imparare a prenderci cura dell’ambiente ma anche a far capire agli altri quanto sia importante prendercene cura insieme. Non è una scuola facile, contrariamente a quanto si possa pensare, ma la fortuna di avere progetti in mente, tanto spazio dove realizzarli e professori che la pensano come noi ci motiva ogni giorno”.






2021-06-25T10:08:37+02:00