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8 marzo: Giornata internazionale della donna

Qual è l'origine di questa giornata? | VIDEO

L’8 marzo non esiste, è un falso storico, almeno non come ce l’hanno raccontato e continuano a raccontarcelo. Quando si cerca l’origine della Giornata internazionale della donna generalmente ci imbattiamo nella tragica storia delle 134 operaie che persero la vita nel rogo della ‘Cotton’, una fabbrica di camicie di New York, in cui erano state rinchiuse dal titolare perché non partecipassero allo sciopero dell’8 marzo del 1911. Una versione che, a seconda dei Paesi, cambia data, luogo e numero delle vittime. In realtà questa storia non è mai esistita come accertato nel libro ‘Storie, miti e riti della giornata internazionale della donna’, scritto dalle due femministe Tilde Capomazza e Marisa Ombra e pubblicato da Utopia nel 1987. Non c’è traccia di questo incendio in nessuna cronaca ufficiale e in nessun registro consultato fino a questo momento.

Negli anni è circolata anche un’altra versione secondo cui l’artefice è stata Clara Zetkin, una delle più importanti personalità marxiste, che propose la mozione di istituire la Giornata internazionale della donna durante la seconda Conferenza Internazionale Socialista del 1910 a Copenaghen. Eppure, nonostante il grande lavoro in prima linea nella battaglia per il riconoscimento dei diritti femminili, non c’è traccia dell’8 marzo neanche nella mozione della Zetkin.

Qual è l’origine di questa Giornata?

Ci sono due momenti che segnano l’inizio del movimento a difesa della donna. Il primo risale al 1907 quando a Stoccarda si tenne, dal 18 al 24 agosto, il VII Congresso della II Internazionale Socialista in cui vennero discusse la questione femminile e la rivendicazione del voto alle donne. Il secondo si svolse a Chicago, più precisamente al Garrick Theater in cui il 3 maggio del 1908 si tenne una conferenza presieduta dalla socialista Corinne Brown, che sostituì all’ultimo minuto l’oratore designato, che prese il nome di ‘Women’s Day’, il giorno della donna. Furono tanti i temi affrontati durante il dibattito: dal diritto delle donne al voto, allo sfruttamento ai danni delle operaie, passando per i salari bassi a fronte delle tante ore di lavoro e le varie forme di discriminazioni sessuali. Le operaie potevano avere anche 12 anni, come Pauline Newman una delle lavoratrici della fabbrica Triangle di New York, e lavoravano con turni da 14 ore per una settimana lavorativa che poteva andare dalle 60 alle 72 ore, con salari medi che si aggiravano intorno ai 6-7 dollari la settimana.

L’iniziativa in sé non ebbe un grande seguito, ma accese i riflettori sull’argomento tanto che il Partito socialista chiese alla sezioni locali di riservare l’ultima domenica di febbraio del 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. E così la prima ‘festa della donna’ si svolse il 23 febbraio del 1909 negli Stati Uniti, ma il primo vero e proprio evento di massa si tenne un anno dopo il 27 febbraio del 1910 quando al Carnegie Hall ben 3 mila donne parteciparono al Women’s Day, sulla scia del grande sciopero a cui presero parte 20 mila camiciaie di New York dal 22 novembre 1909 al 15 febbraio 1910.

Ma allora l’8 marzo quando è stata scelta come data?

L’ipotesi più accreditata fa risalire l’origine della ricorrenza all’8 marzo del 1917 quando a San Pietroburgo migliaia di donne si riversarono nelle strade della città per chiedere la fine della Prima guerra mondiale, l’evento ebbe un grande successo e venne seguito da altre rimostranze che portarono al crollo dello zarismo. Per questo l’8 marzo venne scelto nella Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenutasi a Mosca il 14 giugno del 1921, come Giornata internazionale dell’operaia.

Perché si era perso la memoria di questo evento? Secondo le autrici Tilde Capomazza e Marisa Ombra per una questione politica. All’epoca non faceva certo piacere che una Giornata così importante dovesse essere attribuita al Partito comunista e alla Russia che in quel momento storico viveva un forte isolamento. Così le ‘versioni alternative’ vennero costruite ad arte per far perdere tracce e memoria sulle origini della Giornata. In Italia la Giornata internazionale della donna venne celebrata per la prima volta il 12 marzo del 1922 grazie all’iniziativa del Partito comunista italiano, ma è nel settembre del 1944 che l’Udi, l’Unione delle donne in Italia, decide di festeggiare la prima giornata della donna nelle zone liberate del Paese. L’8 marzo del 1946, a guerra terminata, finalmente si poté festeggiare la giornata in tutta Italia. Per l’occasione le organizzatrici Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei cercavano un fiore che potesse simboleggiare la giornata, un fiore di stagione e che costasse poco, la scelta ricadde sulla mimosa.

Nonostante gli sforzi ci vorranno altri 30 anni perché in Italia la ricorrenza ottenesse un riconoscimento ufficiale. Una tappa importante per il raggiungimento di questo risultato è il corteo che si tenne in piazza Campo de’ Fiori, a Roma, l’8 marzo del 1972 quando la polizia caricò, senza preavviso, le manifestanti riunite per chiedere la legalizzazione dell’aborto e la liberazione omosessuale. La definitiva istituzionalizzazione dell’8 marzo avvenne il 16 dicembre del 1977 quando, con la risoluzione 32/142, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite suggerì ai Paesi membri di istituire una data per celebrare la ‘Giornata delle Nazioni Unite per i Diritti delle Donne e per la pace internazionale’. La scelta dei termini non è casuale, Giornata e non festa perché fino a quando i diritti delle donne non saranno pienamente acquisiti non ci sarà nulla da festeggiare; e la strada da percorrere, ancora oggi, è lunga.

2021-03-05T13:37:20+01:00