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Mi piace socializzare ma ho sempre paura di essere giudicato…

Salve a tutti, sono un ragazzo di 19 anni, vi scrivo a causa di insicurezze che mi stanno limitando molto la crescita emotiva. Non esco molto di casa, se non per motivi di necessità. Sto sempre a casa. Mi capita spesso che prima di uscire, anche per fare un semplice servizio (comprare qualcosa) mi sento […]

Salve a tutti, sono un ragazzo di 19 anni, vi scrivo a causa di insicurezze che mi stanno limitando molto la crescita emotiva. Non esco molto di casa, se non per motivi di necessità. Sto sempre a casa. Mi capita spesso che prima di uscire, anche per fare un semplice servizio (comprare qualcosa) mi sento inadeguato e un po’ sotto pressione poi quando arrivo sul momento l’ansia scompare. Mi reputo una persona troppo perfezionista, tendo troppo a controllare le mie azioni come se avessi troppa consapevolezza e questo non mi rende sciolto. Vorrei essere più istintivo, seguire di più il cuore e farmi meno condizionare da pensieri negativi. Sono una persona molto sensibile al giudizio altrui, ho subito nel corso della mia vita bullismo verbale da parte di altri ragazzi nel corso della mia vita, che mi hanno molto limitato nella socialità e in generale nella crescita personale. Sin da piccolo non amavo omologarmi alla massa, per questo ho pagato e sto pagando tuttora delle conseguenze. Personalmente mi piace socializzare ma ho sempre paura di essere me stesso, di essere giudicato. Ci sono tante persone che mi apprezzano ma la maggior parte, da sempre sono persone adulte. Ho quasi 20 anni ma sento di averne ancora 16. Sento di essere entrato nell’adolescenza più tardi rispetto a molti altri. Dal punto di vista scolastico sono stato sempre abbastanza soddisfatto delle capacità ma nella mia vita è l’area sociale quella più carente. Sento di aver dato molto alle persone ma di aver ricevuto poco. Gli anni del liceo li ho trascorsi tra banchi, bus e studio, qualche sport di qua e di là. I sabato sera i miei mi dicevano sempre di uscire, di non starmene sempre a casa ma li trascorreva spesso guardando film romantici o qualche partita alla Play. Non volevo uscire perchè non trovavo persone che mi valorizzavano e apprezzavano, in più non amavo molto perdere tempo in chiacchiere superficiali. Al liceo solo qualche amico più stretto rimasto tuttora ma il resto tutte conoscenze che non ho concretizzato poi in amicizie vere e proprie. Ora sono al primo anno di università, ho cominciato questo percorso con nuovi obiettivi e desideri, che non sto realizzando ancora pienamente a causa del covid e delle restrizioni. Sento di essere una persona matura, sotto alcuni aspetti, a detta di molti ma mi manca la parte leggera.  Quello che desidero pienamente ed è un desiderio che in questo periodo ha preso piede è di cambiare la mia vita e recuperare esperienze che sento di non aver provato intensamente anche se dicono che gli anni del liceo non ritornano più. Quello che voglio è essere meno volubile, avere più fiducia e coraggio di affrontare la vita. Vivo tra l’altro in un paese che non mi sta molto a cuore, per questo vorrei accumulare esperienze spostandomi in una città vicina. Scusate la lunghezza!

Vincenzo, 19 anni


Caro Vincenzo,
ci colpisce molto l’analisi dettagliata che hai fatto della tua vita, del modo di relazionarti, delle esperienze pregresse e la consapevolezza dei tuoi desideri più profondi che forse adesso vorresti perseguire con maggiore determinazione. Dalle tue parole si evince una spiccata analisi critica che ti aiuta a fare il punto della situazione e a delineare pragmaticamente cosa bisognerebbe fare. Ma non sempre avere consapevolezza del quadro generale vuole dire sentirsi pronti emotivamente a farlo, soprattutto quando ci sono ferite profonde. 
Dai tuoi racconti emerge la sensazione di sentirti sempre fuori dal contesto, emarginato, solo al punto da chiuderti e non esporti a situazioni che non ritenevi interessanti ma che allo stesso tempo ti avrebbero fatto sentire forse goffo e impacciato. 
Il bisogno del controllo prevale quando le paure e l’ansia sono ingestibili, e prevedere quello che accadrà, pilotarlo in qualche modo ci fa sentire più protetti. Ma questo come hai più volte sottolineato ti ha forse privato della leggerezza e della spontaneità. 
Forse è proprio da qui che devi ripartire, contattare veramente te stesso, nelle sue forme ed espressioni, ponendo tu stesso fiducia nelle qualità che hai. 
Forse i momenti in cui hai intrapreso i percorsi di psicoterapia, come dici tu stesso, non erano abbastanza maturi, forse non ti sentivi del tutto pronto per fare un passo così decisivo, differentemente da ora.
A volte cerchiamo di esser valorizzati dagli altri, cerchiamo la loro approvazione, ma sarebbe importante partire da sé stessi, sentire di essere meritevoli di valore e affetto.
Il tempo non è perduto, sei giovanissimo ed anche i tempi dell’università rappresentano un’ottima occasione per poter fare nuove esperienze e instaurare nuove relazioni. Sappiamo che questo periodo legato alla pandemia sta privando soprattutto i ragazzi dei contatti sociali, ma ci auguriamo che non appena sarà possibile fare lezioni in presenza avrai l’opportunità di fare le tue nuove esperienze. Anche la possibilità di spostarsi in una città più grande può essere un’occasione di crescita importante. Per cui adesso che lo senti intensamente, continua con coraggio a seguire questa direzione, magari puoi rivalutare la possibilità di intraprendere un percorso psicologico che possa ancor di più sostenere la tua intenzionalità. Siamo sicuri che con questa determinazione riuscirai a raggiungere nuovi traguardi e sentirti più soddisfatto del tuo modo di vivere le relazioni.
Un caro saluto!

2021-08-02T14:56:02+02:00