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Dagli alberi zombie al turismo “radioattivo”: 5 cose da sapere sul disastro di Chernobyl

26 aprile 1986. Il mondo fa fronte al peggior incidente nucleare della storia

disastro di chernobyl

Torna la vita a Chernobyl, ma non quella umana. Lupi, orsi, aquile, cervi: sono loro ad aver preso il posto degli esseri umani in quel che resta del più grande disastro nucleare della storia.
Anche la vegetazione è tornata rigogliosa, ricolorando di verde i luoghi “uccisi” dalle radiazioni rilasciate nell’esplosione della centrale nucleare il 26 aprile 1986.
Nonostante flora e fauna siano nuovamente presenti, a 35 anni dal disastro gli effetti si fanno ancora sentire.

1. I numeri del disastro di Chernobyl

L’esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl rilasciò una ricaduta 400 volte più radioattiva della bomba di Hiroshima, contaminando più di 200.000 km quadrati d’Europa.
800.000 persone sono state esposte alle radiazioni.
25.000 di queste sono morte e 70.000 sono rimaste disabili.

Più di 6.000 casi di cancro alla tiroide possono essere collegati all’esposizione alle radiazioni in Ucraina, Bielorussia e Russia, anche se il numero preciso di casi direttamente causati dall’incidente di Chernobyl è difficile (se non impossibile) da accertare.

2. Alberi zombie e foresta rossa

Poco dopo il fallout, gli alberi dei boschi circostanti l’impianto di Chernobyl sono stati uccisi dagli alti livelli di radiazioni.
Questa regione è nota oggi come Foresta Rossa, perché gli alberi morti hanno assunto una colorazione zenzero brillante.

Tuttavia, nonostante la morte, molti di questi alberi sono ancora lì. Non dovrebbero esistere, al massimo potrebbero essere segatura, ma sono relativamente “intatti”.

La causa degli alberi “zombie” è da trovarsi nell‘assenza di batteri e funghi, morti a causa delle radiazioni. Microrganismi come questi, infatti, svolgono un ruolo importante nell’abbattere le foglie e restituire i nutrienti al suolo e le radiazioni hanno interrotto questo processo.

3. Animali padroni di Chernobyl

Laddove l’uomo non può tornare, la natura ha preso il sopravvento.

Da quando Chernobyl e Pripyat sono state abbandonate, lupi, cavalli selvatici, castori e altri animali hanno popolato la città.

Gli animali che vivono all’interno della zona di esclusione di 30 km attorno a Chernobyl hanno tassi di mortalità più elevati, aumenti di mutazioni genetiche e diminuzione di natalità.

4. Turismo radioattivo

Ora si può anche prenotare un viaggio nella zona di esclusione di Chernobyl. Le agenzie turistiche organizzano gite di un giorno nella città abbandonata di Pripyat. Sebbene possa sembrare affascinante visitare una città fantasma, bisogna tenere bene a mente che si tratta di un’area altamente pericolosa. Meglio evitare.

5. Il nuovo sarcofago di Chernobyl

Nel 2016 è stato installato un nuovo sarcofago sul reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl che, per almeno 100 anni, arginerà l’incubo nucleare. Un mega-arco in acciaio da 36mila tonnellate (tre volte e mezzo la Tour Eiffel) completato in 15 anni.

Si stima che l’area non sarà sicura per l’abitazione umana per almeno altri 20.000 anni.

2021-04-26T10:29:13+02:00