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2 agosto 1980: 41 anni fa la strage di Bologna

Sergio Mattarella: "Non tutte le ombre sono state dissipate e forte è, ancora, l'impegno di ricerca di una completa verità"

strage di bologna

Una bomba alla stazione, esplosa alle 10.25 nella sala d’aspetto della seconda classe. Un sabato mattina d’estate, ai primi d’agosto per di più, che per tanti segnava l’inizio delle vacanze. Ci furono 85 morti e 200 feriti per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La più piccola aveva 3 anni e si chiamava Angela Fresu, il più anziano era Antonio Montanari, 86 anni. La bomba, composta da 23 chilogrammi di esplosivo, fece crollare un tratto di edificio lungo 50 metri, l’onda d’urto investì il treno fermo sul primo binario e distrusse il parcheggio taxi davanti alla stazione. Da quel giorno sono passati 41 anni e oggi, come ogni anno, la città di Bologna celebra la memoria di quella strage e scende in piazza “per non dimenticare”.

Strage di Bologna, il ricordo di Mattarella

“Quarantuno anni fa la città di Bologna e con essa la Repubblica vennero colpite al cuore. Un attentato dinamitardo, ad opera di menti ciniche che puntavano alla destabilizzazione della democrazia italiana, provocò una terribile strage in cui morirono donne e uomini inermi, bambini innocenti. I bolognesi e gli italiani seppero reagire con sofferto coraggio, offrendo solidarietà a chi aveva bisogno di aiuto, di cure, di conforto. Affermando un forte spirito di unità di fronte al gesto eversivo diretto contro il popolo italiano. Sostenendo nel tempo le domande di verità e di giustizia, che, a partire dai familiari, hanno reso la memoria di questo evento disumano un motore di riscatto civile e un monito da trasmettere alle generazioni più giovani”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 41° anniversario della strage di Bologna. Poi, aggiunge: “L’impegno di uomini dello Stato, sostenuti dall’esigente e meritoria iniziativa dell’Associazione tra i Familiari delle vittime, ha portato a conclusioni giudiziarie che hanno messo in luce la matrice neofascista della bomba esplosa la mattina del 2 agosto 1980. Non tutte le ombre sono state dissipate e forte è, ancora, l’impegno di ricerca di una completa verità. La Repubblica ha saputo respingere la strategia di questi criminali, difendendo i principi di civiltà conquistati con la lotta di Liberazione. La vicinanza, che rinnoviamo a quanti sono stati colpiti negli affetti più preziosi da tanta ferocia, costituisce anche pegno per il futuro, affinché il patrimonio di valori e di umanità, che sta alle fondamenta della nostra società, sia percepito sempre più come un bene comune indivisibile”.

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L’autobus di linea ’37’ e l’orologio: simboli della strage di Bologna

L’autobus di linea 37, quel giorno venne utilizzato per trasportare i feriti e poi anche i corpi delle vittime, nascosti alla vista da dei lenzuoli bianchi attaccati sui finestrini, tanto da diventare uno dei simboli della strage. Il mezzo diventò il simbolo di una città che reagì, spontaneamente e senza nemmeno attendere un attimo, ad una tragedia immane.  Il trasporto di corpi e poveri resti dei morti dalla stazione all’obitorio continuò, a spola, fino a notte fonda. Accanto al mezzo anche l’orologio della stazione, che si ruppe e si fermò per sempre. Fu sostituito, ma per scelta venne lasciato fermo alle 10.25, orario dell’esplosione della bomba.

 

2021-08-03T09:47:42+02:00