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Per Patrick Zaki udienza rimandata al 7 dicembre

Noury (Amnesty): "Il rinvio non è una buona notizia"

Patrick Zaki

di Alessandra Fabbretti

E’ stata rinviata al 7 dicembre l’udienza del processo al ricercatore egiziano Patrick Zaki. Lo confermano alla Dire fonti dell’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l’ong con cui Zaki collaborava e che fornisce assistenza legale allo studente arrestato nel febbraio 2020. Il rinvio è stato chiesto dai legali del ricercatore per avere il tempo necessario a ottenere e studiare il fascicolo dell’accusa.

Noury (Amnesty): “Il rinvio non è una buona notizia”

“La situazione è talmente disperata che ricorda quando, negli Stati Uniti, le esecuzioni vengono sospese e rinviate di un giorno. Si pensa di avere almeno un po’ più di tempo, ma non è una cosa utile in realtà. Il rinvio dell’udienza che i giudici di Mansoura hanno accordato ai legali di Patrick Zaki ha quasi il sapore della punizione: abbiamo davanti a noi l’intero mese di ottobre e novembre, oltre 70 giorni di attesa. Ed è ironico anche che abbiano rimandato al 7 dicembre, giorno in cui cade il 22esimo mese di carcere preventivo”. In un’intervista con l’agenzia Dire il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury, suggerisce cautela. Il rinvio al 7 dicembre dell’udienza del processo in cui Zaki si difende dall’accusa di diffusione di fake news è un fatto “inedito”, perché “non c’era mai stato un rinvio così lungo”. A chiederlo, i legali del giovane, perché per la prima volta da 20 mesi a questa parte hanno ottenuto i dossier prodotti dall’accusa e ora avranno il tempo per esaminarli. “Anche questa storia è assurda- continua Nouery- e non bisogna gioire se dopo quasi due anni di carcere cautelare finalmente la difesa è riuscita ad avere il fascicolo prodotto dall’accusa e può sapere di cosa il proprio cliente viene accusato“. Questo lasso di tempo però, continua il portavoce, “potrà essere usato con responsabilità: gli avvocati studieranno la linea difensiva, noi di Amnesty continueremo a tenere alta l’attenzione sul caso insieme ai media e alla società civile. C’è da porre la stessa domanda alla Farnesina e Palazzo Chigi: cosa intendono fare?”.

Sdegno per l’arrivo del ministro dell’Energia Tarek Al-Molla a Ravenna

Noury solleva anche il tema dell’arrivo oggi in Italia del ministro dell’Energia e delle risorse minerarie, Tarek Al-Molla, per partecipare all’Omc-Med Energy Conference and Exhibition, un evento alla cui organizzazione ha collaborato anche la Camera di Commercio di Ravenna per promuovere il settore dell’energia e delle rinnovabili. “Noi di Amnesty abbiamo scritto al sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, proprio per chiedere se fosse opportuno incontrare il ministro Al-Molla nel giorno in cui Zaki andava a processo” continua Noury. “Se le relazioni tra Italia ed Egitto vanno avanti è normale che incontri di questo genere si facciano. Il punto è come si fanno: l’Italia continua a piegarsi e portare avanti il business come se niente fosse, oppure ne approfitta per sollevare questioni relative ai diritti umani? Io temo che sia la prima ipotesi”. Secondo il portavoce, “quando di mezzo c’è il tema del petrolio, viene azzerata qualsiasi altra cosa”.

2021-09-28T17:00:20+02:00