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Ddl Zan, oggi a Roma si scende in piazza per i diritti

Appuntamento alle 18 in via di San Giovanni in Laterano

28 Ottobre 2021
ddl zan

Crescono rabbia e malcontento dopo l’affossamento del Ddl Zan ieri al Senato. Per questo oggi, associazioni, politici e cittadini scenderanno in piazza a Roma per far sentire la propria voce. L’appuntamento è alle 18 in via di San Giovanni in Laterano, la gay street della Capitale. A manifestare per i diritti saranno, gli studenti di Uds e Link, Arci Roma, Gaynet, il circolo Mario Mieli e i politici che si sono esposti per l’approvazione della legge.

Gaynet: “Il ddl Zan è morto, ma le nostre voci non si fermeranno”

“Dopo la bocciatura del ddl Zan, saremo oggi alle 18 insieme agli attivisti e alle attiviste che si autoconvocati spontaneamente presso il Colosseo, nel luogo simbolo conosciuto come la ‘gay street‘”. Così in una nota Rosario Coco, segretario di Gaynet. “Il ddl Zan è morto, ma le nostre voci non si fermeranno. Quello che è successo allinea di fatto l’Italia ai Paesi più repressivi e omofobi dell’Unione europea“. “L’Italia rimane tra i pochi Paesi accanto a Bulgaria, Rep. Ceca, Polonia e Lettonia a non avere una legge sui crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e l’identità di genere – prosegue Coco – ha vinto quella classe dirigente retriva, minoranza nel Paese, che pensa che il razzismo sia sanzionabile, ma l’omolesbobitransfobia no, che pensa che si possa cambiare sesso a piacimento, che pensa che le scuole devono essere luoghi di discriminazione senza alcun presidio di educazione al rispetto. Le responsabilità politiche sono molteplici, a partire dal centrodestra e da chi ha rotto il fronte politico delle Camera: visto, l’esito, tuttavia, il compito del movimento è quello di strigliare tutte le forze politiche affinché si assumano le proprie responsabilità“, conclude l’attivista di Gaynet.

Non Una di Meno: “Rifiuto ddl fa parte di contrattacchi patriarcali europei”

“Il rifiuto dell’approvazione di questa legge si colloca sotto quella schiera di contrattacchi patriarcali che stanno colpendo le donne e le persone LGBTQIA+ in tutta Europa e non solo, spinti da un’alleanza transnazionale che unisce destre xenofobe, fondamentalisti, ultra-cattolici e neoliberali”, scrive il movimento femminista Non Una di Meno su Facebook.

Rete della Conoscenza: “Ddl usato per processare la comunità LGBT+”

“Un disegno di legge che muoveva dei timidi passi nella direzione del superamento della violenza patriarcale e abilista. Un disegno di legge che è stato usato per mesi come strumento, da ogni lato, per mettere a processo la comunità LGBT+, senza mai riuscire a coinvolgerla nella costruzione di una proposta di società migliore per il paese tutto. (…) È il momento di mobilitarci, prendere parola, dire che nessun diritto può essere tolto o ridotto da chi vuole una società diseguale. Vogliamo molto più del ddl Zan, vogliamo tutto”, scrivono gli studenti di Rete della Conoscenza.

ArciGay Roma: “Italia Viva, Forza Italia e le forze di estrema destra sono sicuramente responsabili”

“La legge contro l’omotransfobia, o quel poco che ne era rimasto dopo le mortificanti mediazioni alla Camera, si ferma. Il Parlamento italiano non è stato in grado di portare a casa uno straccio di legge. E questa è l’unica veritá. Nel 2018 siamo riusciti a presentare tramite la senatrice Alessandra Maiorino una legge che comprendeva anche l’aspetto sociale, e non riduceva la questione l’omotransfobia alla mera estensione della ex legge Mancino. (…) La politica ha le sue responsabilitá. Italia Viva, Forza Italia e le forze di estrema destra sono sicuramente responsabili adesso. Ma non possiamo ricordare che la scelta di partire con la discussione dalla Camera, e non dal Senato con il testo Maiorino, poi ripreso da Zan, avrebbe portato a tutto questo”, scrive ArciGay Roma su Facebook.

2021-10-29T02:02:57+02:00