Popstar e attrice. Quello che tocca di colpo brilla. Stiamo parlando di Lady Gaga, artista a 360 gradi che non smette mai di stupire con le sue metamorfosi nella musica e sul grande schermo. Questa volta a lasciare tutti senza fiato è la sua apparizione sulla copertina di Vogue Italia di novembre. Per la prima volta l’edizione italiana e quella inglese (che uscirà a dicembre) condividono una cover grazie all’artista fotografata da Steven Meisel (storico collaboratore di Vogue Italia) con lo styling di Edward Enninful, direttore di Vogue Uk e direttore editoriale di Vogue Europe.
In attesa di vederla nei panni (firmati Gucci) di Patrizia Reggiani nel già chiacchieratissimo film House of Gucci di Ridley Scotti, Gaga ha conquistato le due cover del ‘giornale sacro’ della moda facendosi immortalare con abiti e stili diversi che incarnano le diverse epoche della moda. Il servizio fotografico è accompagnato dal racconto dei suoi mesi sul set del film di Scott sull’omicidio di Maurizio Gucci (qui interpretato da Adam Driver) e il suo rapporto con l’Italia:
“Fare questo film è stata l’esperienza di una vita, perché ogni minuto, ogni giorno pensavo ai miei antenati in Italia, e quello che hanno dovuto fare per darmi una vita migliore. Volevo che fossero orgogliosi, e per questo motivo ho scelto di interpretare una donna vera, non l’idea di una donna cattiva”, ha raccontato Lady Gaga a Vogue. Per interpretare al meglio Patrizia Reggiani, che nel 1995 ha fatto uccidere l’ex marito Maurizio Gucci, si è tinta i capelli, ha studiato l’accento di Vignola, in Emilia Romagna. Insomma ha letteralmente vissuto come lei. “Ho pensato – ha continuato – che avrei potuto rendere giustizia a questa vicenda solo mi ci fossi avvicinata con gli occhi di una donna curiosa, per poter leggere fra le righe di quello che accadeva nelle scene del film“. L’artista ha poi aggiunto: “Non voglio celebrare una persona capace di commettere un omicidio. Desidero rendere omaggio alle donne che nel corso della storia hanno imparato a sopravvivere, e alle conseguenze più spiacevoli della sofferenza. Spero che le donne guardino il film, e che rammentino a se stesse che bisogna riflettere bene sul fatto che le persone ferite poi feriscono gli altri. Ed è pericoloso”. (QUI l’intervista completa)
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