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Tennis. Djokovic in un limbo giudiziario: rischia carcere e carriera

Se fosse provata la manomissione del test il tennista rischierebbe anche 3 anni di squalifica

djokovic

di Mario Piccirillo

In attesa che il governo australiano sciolga la riserva, e decida se è più conveniente espellere e perseguire il miglior giocatore di tennis al mondo o abbozzare per la riuscita commerciale degli Australian Open, Novak Djokovic si trova in un limbo: sospeso tra accuse incrociate anche molto gravi, che in teoria comportano seri guai giudiziari e la fine della carriera sportiva. Dopo aver reso a mezzo social una dichiarazione che di fatto lo auto-incrimina per almeno un paio di reati – la quarantena disattesa in Serbia e le dichiarazioni mendaci alla frontiera in Australia – sul campione serbo pende anche la spada di Damocle del tampone “manomesso” per ottenere l’esenzione dal vaccino. Lo scrive L’Equipe: “Sarebbe una bomba in grado di scuotere il mondo del tennis. L’Atp aveva avvertito i giocatori che una manomissione dei test avrebbe potuto portare a tre anni di squalifica. Questa scoperta porterebbe sicuramente alla fine della carriera di Djokovic, l’uomo che è ancora in corsa per diventare il più grande giocatore di tutti i tempi”.

Per Djokovic l’ipotesi del tampone manomesso

L’inchiesta informatica del Der Spiegel sul Qr code del test di Djokovic ha aperto una breccia nel suo futuro: c’è una discrepanza tra la versione cartacea del risultato e la sua versione digitale. Hanno date diverse. Il test del 16 dicembre è vidimato con numero progressivo 7371999. Sui documenti agli atti è indicato come orario del risultato le ore 20 del 16 dicembre, ma il “timestamp” del tampone positivo fornisce invece un risultato assai diverso: dice 26 dicembre, ore 14:21. Ovvero dieci giorni dopo la data del presunto contagio. Il tampone negativo del 22 dicembre ha come numero 7320919, più piccolo di 51080 unità, quando invece avrebbe dovuto essere maggiore. Quindi, scrive il settimanale tedesco, il test del 16 dicembre potrebbe essere stato registrato nel database serbo 10 giorni dopo, quattro giorno dopo l’esito negativo.

Djokovic rischia fino a 5 anni di carcere

Ma Djokovic rischia anche di finire nelle maglie della giustizia ordinaria, ancor prima di quella sportiva: se dovesse essere provato e confermato che ha fornito false dichiarazioni per entrare sul territorio australiano rischia, per la legge australiana, fino a 5 anni di reclusione in base al Crimes Act. Anche per questo motivo le autorità sull’immigrazione hanno deciso di prendersi ulteriore tempo per studiare il caso: “Possiamo rivelare che l’indagine del dipartimento degli Affari interni sulla star del tennis è stata ampliata per includere la sua violazione delle regole sull’isolamento in Serbia, le dichiarazioni errate sul formulario di ingresso in Australia relativo ai viaggi e le incongruenze sulla data del suo test per il Covid-19”, si legge su The Age, uno dei giornali australiani che meglio sta seguendo la vicenda. Djokovic in parallelo rischia fino a due anni di carcere per aver dichiarato il falso sui suoi viaggi pregressi all’arrivo a Melbourne, e altri 3 in Serbia per aver disatteso l’obbligo di quarantena una volta saputo di essere positivo al Covid.

2022-01-12T20:49:50+01:00