I Post Nebbia tornano oggi su tutte le piattaforme con “Entropia Padrepio”, fuori per Dischi Sotteranei / La Tempesta. Si tratta del terzo progetto del gruppo capitanato da Carlo Corbelli. Proprio il frontman ci ha raccontato il lavoro che arriva a due anni dal precedente, “Canale paesaggi”.
- Intro
- Voce Fuori Campo
- Cuore Semplice
- Pensiero Magico
- Viale Santissima Trinità
- Morte Rituale
- Cristallo Metallo
- Freni Inibitori
- Solo l’Amore
- Oltre la Soglia
“Entropia Padrepio” è quasi l’altra faccia della medaglia di quell’album: dieci i brani che raccolgono una ricerca, se dir si vuole, spirituale fatta da Carlo. “In questi due anni ho avuto modo di riflettere tanto, forse troppo- ci dice- ho conosciuto tante persone, ho ascoltato tanta musica. Alla fine da tutte queste cose è venuto fuori questo disco che è quello con l’urgenza più alta che abbia mai avuto. È stato stimolante, ho provato ad abbattere molti dei miei limiti, molte delle mie strutture mentali nel fare musica”.
“Entropia Padrepio” è, così, quasi un “esame di coscienza” di Carlo su temi universali che toccano il divino e si interrogano, senza darne conclusioni generali, su argomenti come la morte, l’individualità, la ritualità e i rapporti. Un disco da ascoltare donandogli del tempo e che è, quasi smorzato, dal titolo: “Sembra ironico, quasi da scritta nel bagno di un locale”.
L’intervista ↓
Dalla ricerca fatta per il progetto alla religione, passando per i live: ecco l’intervista a Carlo.
Di più sui Post Nebbia
I Post Nebbia sono una band della nuova scena musicale veneta, nata dalle esplorazioni di home recording di Carlo Corbellini, classe ‘99. La band pubblica il primo lavoro autoprodotto “Prima Stagione” a maggio del 2018, facendosi notare da importanti realtà del panorama musicale italiano indipendente. Il 23 ottobre 2020 è uscito il loro secondo disco Canale Paesaggi per Dischi Sotterranei/La Tempesta Dischi. Qui i Post Nebbia partono da una base psych-rock, giocando però con citazioni al funk, alla musica sample based di produttori come Madlib e The Alchemist e alla library music italiana. Un viaggio allucinato nel mondo dell’esperienza dello spettatore televisivo, con rimandi all’estetica trash dei canali televisivi regionali