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Che cos’è un Its? Te lo raccontiamo noi

Da domani gli open day della Ict Academy per scoprire questo mondo e costruire una carriera nelle nuove tecnologie

Cos’è un Its? Te lo raccontiamo noi con l’intervista a Toni Mancini, professore del Dipartimento di Informatica di Sapienza Università di Roma, e titolare degli insegnamenti di “Intelligenza Artificiale”, “Basi di Dati” e “Metodi Formali nell’Ingegneria dei Sistemi basata su Intelligenza Artificiale” nella Laurea e Laurea Magistrale in Informatica.

Professore, cosa sono gli ITS?

Si tratta degli “Istituti Tecnici Superiori”, una istituzione importante nel panorama italiano della formazione non universitaria di tipo tecnico e tecnologico. Gli ITS offrono percorsi formativi alternativi alla classica laurea. Sono percorsi brevi (tipicamente di due anni) pensati per i diplomati che desiderano un rapido ingresso nel mondo delle imprese come figure operative. La scommessa italiana alla base degli ITS è quella di formare professionisti dalle elevate competenze pratico-operative in diverse aree tecniche e tecnologiche, in particolare in quelle a maggior impatto nell’innovazione. Ad esempio, l’ITS “ICT Academy” nel quale sono coinvolto, si occupa di formare specialisti in diverse aree dell’Informatica.

Mi permetta una battuta: dunque Lei lavora per la concorrenza?

Assolutamente no! Il Dipartimento di Informatica di Sapienza Università di Roma è membro fondatore dell’ITS “ICT Academy”, insieme a scuole secondarie, enti territoriali, aziende, ed enti di formazione privati. È la legge che prevede che gli ITS coinvolgano sia enti pubblici che soggetti privati. La presenza di scuole ed università è esplicitamente richiesta, perché gli ITS offriranno un titolo di studio (“Diploma di Tecnico Superiore”) riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, che diventa parte integrante del portafoglio di titoli offerti dal sistema di istruzione pubblica nazionale. Come referente per il Dipartimento di Informatica di Sapienza nell’ITS “ICT Academy”, sono peraltro orgoglioso di questa nostra partecipazione, che ritengo assolutamente strategica, in quanto ci permette di svolgere la nostra missione istituzionale nella formazione a tutti i livelli post-diploma, e di giocare un nuovo chiave nella progettazione dei diversi percorsi formativi offerti dall’ITS.

Che cosa offrite nell’ITS “ICT Academy”?

Insieme agli altri soci, abbiamo progettato percorsi di formazione in aree dell’Information and Communications Technologies (ICT) tra le più innovative, nelle quali le aziende più faticano a trovare personale qualificato, e per cui, dunque, offrono posizioni lavorative gratificanti e dalle ottime prospettive di crescita. In particolare, abbiamo avviato percorsi di: sviluppatore di applicazioni software in cloud a microservizi; sviluppatore di applicazioni software per il web e per i dispositivi mobili; analista di big data mediante intelligenza artificiale e machine learning. Nel prossimo futuro attiveremo anche percorsi in analisi e gestione e della sicurezza di infrastrutture informatiche critiche, un’altra area cruciale nell’Informatica di oggi, oltre che percorsi più orientati al marketing e alla comunicazione digitali, in particolare in video making e in digital communication management. Coerentemente con la nostra natura di Università di livello internazionale e con lo spirito degli ITS, abbiamo cercato di coniugare: solide basi nei fondamenti dell’Informatica, un forte carattere pratico ed operativo, stimoli alla creatività individuale (fondamentale nel nostro campo per poter concepire soluzioni efficaci ed efficienti e pensare fuori dagli schemi), specializzazione in aree di grande interesse industriale, contenuti tecnici di punta (cloud, architetture a microservizi, intelligenza artificiale, analisi di big data, e nel prossimo futuro, sicurezza di infrastrutture informatiche critiche), e grande versatilità in uscita per poter cogliere le opportunità future. Tutto questo ha l’obiettivo di formare specialisti che, da un lato possano essere immediatamente inseriti in azienda, e dall’altro siano in grado crescere in autonomia e di mantenersi aggiornati durante tutta la loro carriera.

Che differenza c’è tra un percorso di studi universitario e un percorso ITS?

Come dicevo, all’interno della formazione italiana post-diploma, i percorsi ITS vanno intesi come alternativi a quelli universitari, in quanto formano professionisti di tipo diverso. Difatti, per loro stessa natura e per la loro minore durata rispetto ad una laurea, i percorsi ITS offrono una formazione specialistica orientata alla pratica e all’operatività immediate, e focalizzata su aree specifiche dell’Informatica. Per questo, la loro stessa progettazione è effettuata in modo sinergico tra università, imprese, scuole, enti di formazione privati, ed enti del territorio. Ad esempio, i diplomati di un nostro percorso ITS per sviluppatori software avranno una preparazione specialistica orientata al coding di software innovativo, mentre i diplomati del nostro percorso di analisi di big data mediante intelligenza artificiale e machine learning avranno una preparazione orientata all’uso specialistico di tali tecnologie all’avanguardia nel contesto aziendale. In tutti i casi, le competenze acquisite sono estremamente ricercate e saranno immediatamente spendibili in azienda. Tanto è vero che l’ITS stesso è partecipato da ben 15 aziende del territorio, ed il 40% del monte ore complessivo del percorso di formazione è impiegato in stage proprio in queste aziende, che sono costantemente alla ricerca di personale qualificato. Inoltre, per quanto riguarda la parte in aula, il 60% delle ore di lezione è erogato da docenti esperti provenienti dal mondo del lavoro. E questo proprio per implementare una metodologia di insegnamento fortemente orientata all’esperienza pratica. Al contrario, un percorso di Laurea, ad esempio in Informatica, più lungo (tre anni), e che spesso prosegue con un percorso di Laurea Magistrale (due anni), punta a formare figure diverse. Si tratta di professionalità orientate alla progettazione di alto livello di sistemi software di grandi dimensioni, al coordinamento tra i relativi team di sviluppo, i clienti e gli altri attori coinvolti, ed all’ideazione e sviluppo di nuove metodologie, nuovi algoritmi, e nuove tecnologie nell’Informatica. Dunque, le figure formate in Università hanno bisogno di acquisire tutto il bagaglio culturale e la solidità scientifica (penso in particolare a matematica, logica ed informatica teorica) necessari all’analisi e alla progettazione di software ed algoritmi innovativi, e alla interazione proficua con professionisti di altre discipline (i clienti e i futuri utenti del software, in settori industriali quali, ad esempio, aerospazio, trasporti, energia, salute e medicina, finanza, pubblica amministrazione). I laureati in Informatica, inoltre, devono avere una solida competenza in tutte le aree della disciplina (sistemi operativi, sicurezza, reti, intelligenza artificiale e machine learning, cloud, big data, ingegneria del software, etc.) per potersi muovere agevolmente in tutte le direzioni durante le attività di progettazione.

Cosa consiglierebbe a giovani appena diplomati? Laurea o ITS?

Sicuramente sono di parte, ma consiglierei innanzitutto di prendere in seria considerazione una carriera nel campo dell’Informatica. A dispetto di quanto potrebbe pensare un profano, l’Informatica non è affatto roba da “nerd chiusi in un sottoscala”, come si vede in certi vecchi film. Ovviamente ci saranno anche quelli, ma sono più folklore che altro. L’Informatica, quella vera, è una disciplina estremamente creativa e sfidante, protagonista indiscussa nei settori produttivi più all’avanguardia, e dunque una garanzia per il proprio futuro. Si pensi a tutto il comparto dei servizi, alla finanza, all’ottimizzazione dei processi industriali, alla gestione di aspetti cruciali della nostra vita come la salute, l’energia, i trasporti, la pubblica amministrazione. Ormai non c’è più quasi alcun settore economico rilevante che non sia pesantemente permeato dall’Informatica, che è uno dei volani più importanti per l’innovazione del Paese e del mondo, ed offre posizioni lavorative gratificanti e con grandi prospettive di carriera. Inoltre, gli informatici, a tutti i livelli, sono tra le figure maggiormente richieste dalle aziende, e non riusciamo a formarne mai abbastanza. Relativamente alla scelta tra Università ed ITS, spero di aver già sgombrato il campo da equivoci: si tratta di percorsi di crescita diversi, entrambi estremamente validi. Tradizionalmente l’Università è stata l’unica strada, dopo il diploma di maturità, per avere una preparazione solida in Informatica che fosse certificata da un titolo di studio riconosciuto dal sistema di istruzione pubblica e ben spendibile nel mercato del lavoro. Questo ha fatto sì che anche gli studenti che avevano il desiderio di collocarsi rapidamente nell’area dello sviluppo operativo del software o nell’uso specialistico di tecnologie all’avanguardia (ad esempio quelle per la gestione ed analisi di big data o degli aspetti di sicurezza informatica) non avevano altra scelta che iscriversi all’Università, e magari lavorare nel frattempo. Grazie agli ITS, invece, riusciamo finalmente ad offrire percorsi diversi a persone dalle ambizioni diverse e che si pongono obiettivi professionali diversi. Dunque, la domanda che mi porrei se fossi un giovane interessato all’Informatica è: ho l’ambizione di dedicare 3 o (meglio) 5 anni di studio per specializzarmi nella progettazione di alto livello di sistemi software di grandi dimensioni, di acquisire il necessario bagaglio per la loro formalizzazione logico-matematica, le metodologie di ingegneria del software necessarie per gestire tali progetti, una solida base scientifica nei fondamenti teorici della disciplina e competenza in tutte le sue principali aree per poter ideare e creare nuove tecnologie nel campo? In questo caso, ritengo che un percorso di laurea in Informatica, per poi sperabilmente proseguire con una laurea magistrale (scelta fortemente raccomandata per tali figure), sia certamente la strada da percorrere. Al contrario, se avessi l’obiettivo, più focalizzato, di diventare rapidamente operativo nello sviluppo (coding) del software (cloud a microservizi, o per il web e i dispositivi mobili) o nell’analisi di big data mediante l’uso specialistico di tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning (e, nel prossimo futuro, nelle tecniche e nei sistemi per analizzare e gestire gli aspetti di sicurezza di infrastrutture informatiche critiche), di entrare in azienda già dopo il primo anno del percorso, per poi crescere professionalmente all’interno, e magari valutare in seguito se iscrivermi all’Università per poter cogliere opportunità future, allora ritengo che un percorso ITS in area ICT sia la scelta giusta. E, finalmente, ora l’abbiamo anche da noi.

2022-09-30T13:08:15+02:00