Attenzione a queste catene e servizi di consegna: nei cartoni della pizza è emersa la presenza di sostanze tossiche per l’uomo.
Imballaggi alimentari, sono poi così sicuri? La risposta positiva, purtroppo, non sempre è scontata e di recente alcune analisi condotte dalla rivista tedesca Öko-Test hanno fatto emergere la presenza di sostanze tossiche nei cartoni per la pizza. Nove campioni sui dieci esaminati hanno evidenziato tracce di contaminazione. Soltanto una catena ha passato il test.

Insomma, c’è poco da rallegrarsi. Giù nel 2019 un’analisi del Salvagente era giunta a conclusioni analoghe sui cartoni della pizza. L’indagine dei colleghi di Öko-Test non fa altro che confermare che la scatola che ci portiamo a casa quando acquistiamo la pizza d’asporto potrebbe non essere esente da rischi. Come detto gli esperti tedeschi hanno analizzato in laboratorio 10 cartoni.
Sotto la lente della rivista tedesca sono finite famose catene di pizza e servizi di consegna, oltre a diversi grossisti online. I risultati provenienti dal laboratorio non mettono serenità e fanno preoccupare visto che soltanto un cartone sui dieci analizzati è risultato “pulito”. Ma cosa è stato rivenuto sulle confezioni della pizza d’asporto?
Pizza a domicilio, trovate sostanze tossiche nei cartoni per l’asporto
Gli esami condotti in laboratorio dagli esperti di Öko-Tes hanno portato alla scoperta di elevati livelli di bisfenolo A (BPA) e otto bisfenolo S (BPS) in nove dei dieci campioni di cartone per la pizza analizzati e utilizzati da note catene. Il dato più preoccupante riguarda il livello di Bisfenolo A, che in una circostanza ha superato del 45 mila per cento la soglia di sicurezza per l’assunzione giornaliera.

E quel che è peggio è che la simulazione ha dimostrato come i bisfenoli finiscano anche nella pizza che ci portiamo a tavola. Il bisfenolo A ha effetti deleteri per la salute del nostro organismo, a cominciare dalle interferenze nel sistema endocrino. Ma non mancano i problemi per l’apparato riproduttivo, per l’obesità e disturbi comportamentali nei bambini.
Il bisfenolo A sembra associato anche a un aumento del rischio di ammalarsi di cancro al seno. Anche il bisfenolo S, per quanto meno studiato, è considerato tossico per la riproduzione. Non per nulla il regolamento REACH lo include tra le “sostanze estremamente preoccupanti”. In quasi metà dei cartoni con BPA la sostanza è passata alla pizza.
Il BPS invece è migrato ogni volta che era presente nel cartone della pizza, in otto casi su otto. I bisfenoli, secondo gli studiosi, finiscono accidentalmente nei cartoni per la pizza. E come? Tramite la carta riciclata. In particolare passano attraverso scontrini e biglietti stampati su carta termica, che contengono bisfenoli.
Come anticipato, soltanto una catena ha superato il test del bisfenolo. Si tratta di Pizza Hut, che utilizza soltanto fibra vergine per rivestire lo strato interno dei cartoni e ha eliminato la carta di riciclo anche dagli strati centrali. Purtroppo la normativa europea non regolamenta in maniera stringente la carta riciclata destinata a entrare in contatto con gli alimenti, anche se è al vaglio un giro di vite normativo.