Un insolito comportamento notturno potrebbe essere la spia di un problema piuttosto serio, da non sottovalutare assolutamente. Se dovessimo notarlo, la cosa migliore da fare sarebbe quella di rivolgersi a un neurologo oppure a un centro specializzato in disturbi del sonno, in modo da approfondire il nostro stato di salute.

Questo comportamento potrebbe essere un segnale precoce di una malattia. Per questo occorrerà sottoporsi a un’indagine più in profondità, così da individuare di cosa si tratta e intervenire in maniera tempestiva. La necessità di fare attenzione a quello che ci succede nel sonno si evince da uno studio pubblicato su Annals of Neurology. Ecco quello che hanno scoperto gli scienziati.
Attenzione a questo comportamento durante il sonno
Stando ai ricercatori infatti i movimenti agitati durante il sonno, specialmente nella fase REM, potrebbero indicare un rischio più alto di ammalarsi di demenza o del morbo di Parkinson. Esisterebbe insomma un collegamento tra un sonno agitato e lo sviluppo di malattie neurodegenerative. È quanto emerge dallo studio, che ha analizzato il comportamento di 170 pazienti.
Il sonno dei pazienti è stato monitorato attraverso telecamere 2D. Poco meno della metà dei soggetti (80) soffriva di qualche disturbo del sonno REM, mentre gli altri non avevano problemi evidenti. Usando un algoritmo di intelligenza artificiale, i ricercatori hanno calcolato – con precisione pari al 92% – frequenza, intensità e rapidità dei movimenti notturni.

Questi disturbi – noti anche come TCSP, disturbi del comportamento in sonno REM – si manifestavano quando il corpo non rimane paralizzato durante la fase del sonno REM. I soggetti così mettevano in scena i loro sogni muovendosi improvvisamente, con gesti violenti o perfino urlando. Alcuni pazienti dicono di colpire involontariamente il partner durante il sonno.
Altri invece riferiscono di svegliarsi spossati a causa dell’agitazione notturna. Da diverso tempo si ipotizza che il TCSP sia legato a un’infiammazione di alcune zone del cervello, particolarmente le aree coinvolte nella produzione di dopamina, il neurotrasmettitore centrale per il controllo dei movimenti. Questo potrebbe spiegare il collegamento con il morbo di Parkinson.
La malattia di Parkinson si caratterizza proprio per la progressiva degenerazione delle cellule che producono dopamina. Spesso il TCSP viene sottovalutato o confuso con altri disturbi del sonno. Si stima che potrebbe soffrirne fino al 5% della popolazione, anche se molti non ne hanno consapevolezza finché non comincia a causare problemi rilevanti.
La possibilità di individuare il morbo di Parkinson o la demenza attraverso l’analisi del sonno può rappresentare un nuovo e importante strumento per la diagnosi precoce. In sostanza analizzando il sonno dei pazienti i medici avrebbero a disposizione un metodo di screening più semplice e efficace.