Arrivano novità interessanti per i lavoratori di tutta Italia, che dovranno fare attenzione in vista di una possibile pensione. Arrivano infatti interessanti chiarimenti da parte della stessa INPS in relazione alle domande proposte entro il maggio di quest’anno.

Con il messaggio n. 801 dello scorso 5 marzo 2025, l’INPS ha rilasciato indicazioni interessanti per tutti i lavoratori che hanno svolto attività particolarmente faticose e pesanti, i quali andranno a maturare i requisiti per il pensionamento nel 2026. L’ente ha quindi dato istruzioni per la presentazione delle domande entro il prossimo 1 maggio.
La domanda che si pongono in molti è quella relativa a chi possa quindi effettivamente andare ad usufruire di tale possibilità. Lo stesso sito dell’INPS chiarisce che il riferimento è ai lavoratori impiegati in mansioni particolarmente usuranti, agli addetti alla linea di catena, ai conducenti di veicoli adibiti al servizio pubblico di trasporto collettivo ed anche ai lavoratori notturni a turni, con almeno 78 giorni lavorativi in un anno.
In queste ipotesi esposte per ciò che concerne i lavoratori dipendenti sono necessari 35 anni di anzianità contributiva congiunti ad un’età anagrafica di almeno 61 anni e 7 mesi con il raggiungimento della quota complessiva di 97,6. Nella casistica dei lavoratori autonomi servono invece 35 anni di anzianità contributiva e 62 anni e 7 mesi di età per un totale di 98,6 di quota.
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A scalare ci sono poi altre differenze in base alla categoria di appartenenza per i lavoratori notturni, il tutto in base ai turni effettuati.

Nello specifico per i lavoratori notturni con 72–77 notti all’anno anno:
- Dipendenti: 35 anni di contributi, 62 anni e 7 mesi di età, Quota 98,6.
- Autonomi: 35 anni di contributi, 63 anni e 7 mesi di età, Quota 99,6.
Per ciò che concerne invece i lavoratori notturni con 64–71 notti all’anno:
- Dipendenti: 35 anni di contributi, 63 anni e 7 mesi di età, Quota 99,6.
- Autonomi: 35 anni di contributi, 64 anni e 7 mesi di età, Quota 100,6.
Al netto di tali requisiti va poi posto l’accento soprattutto sulle tempistiche di presentazione della domanda che dovrà essere proposta entro il 1 maggio 2025. Dallo stesso sito dell’INPS si apprende inoltre che “se la domanda viene presentata dopo il 1° maggio 2025, nel caso di accertamento positivo dei requisiti richiesti, la decorrenza della pensione è ritardata in questo modo:
- per un ritardo della presentazione fino ad un mese, un mese;
- per un ritardo della presentazione tra uno e tre mesi, due mesi;
- per un ritardo della presentazione da tre mesi in su, tre mesi.
Infine si apprende anche che la domanda deve essere presentata telematicamente, “insieme ai documenti necessari, tra i quali il c.d. modulo “AP45” e la documentazione da cui risulti lo svolgimento dell’attività faticosa e pesante”. Infine la stessa INPS, dopo la presentazione della domanda, comunicherà l’esito della stessa.