Diceva Chesterton che «la casa è il solo spazio di libertà. Anzi, è il solo spazio d’anarchia». A casa nostra possiamo decidere di getto se e come cambiare la disposizione dei mobili o concederci qualche capriccio, andare in giro vestiti (o svestiti) come non ci potremmo mai permettere una volta messo piede fuori dall’uscio di casa e via dicendo.
Tra le mura di casa possiamo finalmente essere noi stessi e concederci quegli “strappi alla regola” che altrove sarebbero – e sono – regolarmente off-limits. Il problema è che casa nostra sarà una confort zone ma non è un’isola. Il che vuol dire che sotto di noi potremmo avere dei vicini. E per dirla sempre con Chesterton: «La Bibbia ci dice di amare i nostri vicini di casa, ed anche di amare i nostri nemici. Probabilmente perché spesso sono la stessa cosa».

Lo scrittore britannico amava i paradossi e spesso centrava il punto. Sì, perché anche noi potremmo benissimo inimicarci i vicini. Il fatto è che i nostri vicini potrebbero avere ottimi motivi per avercela con noi nel caso in cui le libertà che ci siamo concessi a casa nostra finissero per rendere la vita impossibile agli altri. E a casa loro. Certe pessime abitudini in casa potrebbero anche costarci molto care: fino a 10 mila euro di multa.
La pessima abitudine in casa che potrebbe costarci una multa di oltre 10 mila euro
Era sicuramente una pessima abitudine quella di una donna di Sesto Fiorentino solita camminare con i tacchi dentro casa. Risultato: un baccano insopportabile che ha trasformato in un incubo la vita dei vicini. Una residente perciò ha accusato la vicina di provocare rumori molesti camminando con i tacchi nel suo appartamento.
La vicenda è finita davanti a un tribunale che ha condannato la donna a pagare oltre 10 mila euro di risarcimento per il rumore provocato con i tacchi. Il giudice ha riconosciuto un reale danno alla salute dovuto a un disturbo continuo. A documentare il tutto c’erano registrazioni audio e tanto di stress e disturbi del sonno accompagnati da certificati medici.

La sentenza si è appellata all’articolo 844 del Codice Civile, che riconosce il diritto di ognuno di vivere senza essere assillato da rumori superiori alla normale tollerabilità. Un rumore costante e persistente condiziona negativamente la qualità della vita. La sentenza di Sesto Fiorentino ribadisce che anche un “ticchettio” di tacchi può superare la soglia di normale tollerabilità.
Questa soglia in tribunale viene stabilita utilizzando misurazioni fonometriche. Strumenti specifici rilevano i decibel prodotti, successivamente scatta il confronto con i limiti fissati dalla legge. Nel caso di ambienti abitativi, il limite diurno di solito si aggira suo 35-40 decibel, Basta anche che un solo vicini si lamenti e se il rumore (dei tacchi nel nostro caso) dovesse superare costantemente la soglia nelle ore serali o notturne e disturbare il sonno, la cosa potrebbe portare a una richiesta di risarcimento (se il fatto fosse debitamente documentato).