Ammettiamolo: è facile pensare che per i volti televisivi la vita sia sempre tutta rose e fiori. Un po’ tutti tendiamo a pensare che le porte per loro siano tutte spalancate, che i direttori di rete siano tutti pronti a accogliere sempre e comunque i personaggi della televisione. La tentazione viene. Ma la realtà è ben diversa. Il mestiere di chi lavora in televisione va a periodi.
Nulla di più facile allora che si alternino momenti di grande popolarità – dove si guadagna effettivamente molto bene – a altri dove invece ci si trova completamente a terra, senza entrate di alcun genere, e per sbarcare il lunario tocca magari vendersi la moto o l’auto. Insomma: non basta essere un volto tv anche molto noto per navigare sempre e comunque nell’oro.

Un volto amatissimo della Rai ha raccontato di recente come è stato “fatto fuori” da viale Mazzini. Il suo programma è stato chiuso praticamente dall’oggi al domani e lui si è ritrovato nella non agevole situazione di doversi inventare qualcosa per vivere.
Il volto amatissimo della Rai fatto fuori dall’oggi al domani
Tutti sicuramente si ricordano di Giovanni Muciaccia, il conduttore che col suo Art Attack (prima su Disney Channel e poi su Rai1 dal 1998 fino al 2018, con cinque anni di interruzione tra 2005 e 2010) ha tenuto compagnia a generazioni di bambini e ragazzi. Durante lo show si presentava la realizzazione di lavoretti artistici con vari materiali.
Tra i più utilizzati da Muciaccia c’erano forbici dalla punta arrotondata, nastro adesivo, pennarelli, fogli di giornale, carta igienica, colla vinilica e diverse altre cose. SI insegnava anche una tecnica di rappresentazione pittorica. Il conduttore spiegava come creare un oggetto o un disegno mentre scorrevano le immagini delle sue mani al lavoro (anche se fino alla nuova edizione in realtà erano quelle di Neil Buchanan, il presentatore e ideatore della versione originale britannica).
Visualizza questo post su Instagram
Alla fine di ogni lavoretto, il conduttore invitava gli spettatori, piccini e meno piccini, a cimentarsi a loro volta con quanto era stato appena mostrato («Provateci anche voi!») secondo il metodo del “do it yourself”. Oggi Muciaccia divulga l’arte attraverso gli spettacoli teatrali e le ospitate a festival e eventi. Dalla televisione è lontano da tempo. È stato lui stesso a raccontare al Corriere della Sera come è stato fatto fuori dalla Rai.
A novembre 2019 il direttore di rete Carlo Freccero decise «di chiudere 10-12 programmi immotivatamente», spiega Muciaccia. Al tempo, prosegue l’ex conduttore di Art Attack, «stavo facendo Cinque cose da sapere e La porta segreta: niente, spazzato via tutto». E così, senza avere santi in paradiso (leggi: paracadute politici), «mi sono ritrovato a casa: è stato uno choc, una forma di violenza» dice Muciaccia che conclude: «Penso che un direttore non debba avere il potere di chiudere all’improvviso programmi di divulgazione, che dovrebbero essere nello statuto della tv pubblica»