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We Are Who We Are, il debutto ‘potente’ nella serialità di Guadagnino

Il regista di 'Chiamami Col Tuo Nome' punta sugli adolescenti senza filtri

ROMA – ‘Siamo quello che siamo’ nonostante i pregiudizi degli altri e l’intento di nascondere la propria natura perché è più semplice assecondare quello che gli altri possono o potrebbero pensare. E poi ci sono i desideri, l’amore e la ricerca senza sosta della propria identità. Una storia di formazione che ogni giorno si ripete in ogni parte del mondo, ma che in questo caso avviene in un piccolo scorcio di Stati Uniti in Italia. È questo quello che Luca Guadagnino racconta nella sua prima serie, targata Sky-Hbo, We Are Who We Are.

Dal 9 ottobre su Sky Atlantic e in streaming su Now Tv, gli otto episodi ruotano attorno ad un gruppo di adolescenti americani alle prese con la crescita, l’accettazione di sé, la sessualità, il risveglio di sensi, il caos del desiderio, le difficoltà di vivere nel mondo di oggi, le sfumature e le contraddizioni interne, l’evoluzione della società e dei suoi costumi.

Ogni impresa che affronti ti cambia è sempre nuovo inizio. Questa è stata una prima volta per molti motivi: è la mia prima serie tv, la prima volta con Sky, con HBO, con gli sceneggiatori (Paolo Giordano e Francesca Manieri, ndr) e con il cast. È stata la mia prima volta come quella che hanno vissuto i personaggi della storia, ha dichiarato Guadagnino, durante la conferenza stampa sulla piattaforma Zoom, il quale sta già pensando alla seconda stagione.Per me è stato motivo di grande spensieratezza -ha continuato il regista- i novantaquattro giorni di riprese sono stati accompagnati da una gioia collettiva”. 

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A fare da sfondo alla storia una base americana in Veneto (vicino Chioggia) e in sottofondo una dirompente colonna sonora – curata dalla music supervisor Robin Urdang, che ha già lavorato con Guadagnino per ‘A Bigger Splash’- che dà voce ai pensieri nella testa dei protagonisti, in particolar modo di Fraser e Caitlin interpretati, rispettivamente, da Jack Dylan Grazer e Jordan Kristine Seamon.

Luca mi ha dato tantissima libertà di cercare di capire chi fossero i nostri personaggi da soli. Lui diceva ‘nessuno può conoscere i personaggi meglio di voi’. C’è stato un perfetto equilibrio tra il mio contributo e quello di Luca e questo ha dato la perfezione al personaggio di Fraser”, ha dichiarato Grazer.

Tutto il cast ha reso potente questa serie ma Jack ha regalato un’interpretazione indimenticabile, ‘sopra le righe’ e matura. Di forte impatto emotivo è anche la performance di Jordan. La sua Caitlin trasporta lo spettatore nella difficoltà di essere chi è veramente: nel corso della narrazione, infatti, mette in discussione la sua femminilità interrogando una possibilità di mascolinità.

Sono riuscita a cogliere l’essenza di questo personaggio molto rapidamente perché abbiamo vissuto delle esperienze molto simili io e lei e questo ci ha permesso di entrare subito in sintonia, ha detto la giovanissima attrice. 

ASCOLTA QUI LA PLAYLIST ‘WE ARE WHO WE ARE’

Siamo nel 2016, nel semestre delle presidenziali che sfociano con l’elezione di Donald Trump. In questa fase di cambiamento ‘burrascoso’ per l’America sono coinvolti anche i protagonisti di questa serie. Fraser ha 14 anni, ha problemi con l’alcol ed è costretto a trasferirsi da New York in una base militare statunitense in Veneto per seguire la carriera militare di sua madre Sarah, interpretata da Chloe Sevigny, e della moglie Maggie, interpretata da Alice Braga, entrambe donne militari. Qui conosce la coetanea Caitlin, che abita proprio davanti a lui. Entrambi vivono un periodo di confusione riguardo ai loro desideri e ad ogni aspetto della loro identità. Stringono un forte legame, si supportano a vicenda e fingono di stare insieme per evitare le pressioni dei coetanei e del mondo esterno. Caitlin mette in discussione la propria sessualità, Freser, invece, ha una cotta per un ragazzo più grande, Jonathan (interpretato da Tom Mercier), un collaboratore di sua madre. Ad unirli è anche quel senso di disorientamento dato dall’avere una casa ovunque (le basi militari sparse in giro per il mondo) e, al tempo stesso, in nessun posto. A dare loro un senso di appartenenza sono le relazioni che si creano in quel ‘non-luogo’ (la base) fatto di regole e disciplina a cui i ragazzi rispondono girandosi dall’altra parte o alzando a tutto volume la musica nelle orecchie. Nella storia ci sono anche gli adulti alle prese con le ribellioni e le trasformazioni dei propri figli. Il personaggio interpretato da Grazer ha un rapporto di amore e conflitto con Sarah, mentre quello interpretato da Seamon ha un relazione simbiotica con il padre Richard (interpretato da Scott Mescudi, in arte Kid Cudi) e conflittuale con sua madre (interpretata d Faith Alabi), che vorrebbe vedere sua figlia vestita con abiti femminili e non con quelli di suo marito. “Recito ormai da dieci anni, ma questo progetto è diverso da tutti gli altri in cui ho preso parte. Ho appreso molto da Luca”, ha detto Kid Cudi. 

Nella serie il pubblico potrà scervellarsi a trovare delle comparse speciali, come Timothee Chalamet e Armie Hammer (entrambi protagonisti di ‘Chiamami Col Tuo Nome’ di Guadagnino): “Ci sono venuti a trovare sul set molti amici, come Timothee, ai quali ho chiesto di fare un passaggio fugace davanti alla telecamera, ha raccontato il regista che, attualmente, è al lavoro sul sequel di ‘Call me by your name’ e sulla sua versione di ‘Scarface’ su uno script dei fratelli Coen. Nel cast della serie, oltre a quelli citati, figurano Francesca Scorsese (figlia del cineasta Martin), Spence Moore II, Ben Taylor e Corey Knight.

Tutto in questa serie è ben armonizzato: dall’irresistibile attrattività di Guadagnino alla sceneggiatura, dalla regia alle musiche, dal montaggio alla fotografia e ai costumi. Senza dimenticare il cast, diverso da quello che solitamente si vede nei teen drama. Volti unici e azzeccati trovati grazie al grande lavoro fatto da Carmen Cuba, casting director anche di ‘Stranger Things’. Se non ci fosse scritto ‘una serie di Luca Guadagnino’ si riconoscerebbe lo stesso che ‘We Are Who We Are’ è sua. L’adolescenza e il mondo di oggi sono raccontati, al tempo stesso, con grazia, estrema sensibilità e potenza: uno dei tratti distintivi del regista che lo rendono unico nel panorama cinematografico italiano e internazionale.

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‘We Are Who We Are’ è una serie Sky Original prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment e Mario Gianani per Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Small Forward.

2020-10-03T13:51:37+02:00