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CryoSat: l’inarrestabile perdita di ghiaccio della Groenlandia [VIDEO]

Tra il 2011 e il 2014 la Groenlandia ha perso un bilione di tonnellate di ghiaccio. Significa che ogni anno lo scioglimento dei suoi ghiacci ha fatto innalzare il livello del mare di 0,75 millimetri

15 Luglio 2016

perdita di ghiaccio della Groenlandia

Perdita di ghiaccio della Groenlandia – Tra il 2011 e il 2014 la Groenlandia ha perso un bilione di tonnellate di ghiaccio. Significa che ogni anno lo scioglimento dei suoi ghiacci ha fatto innalzare il livello del mare di 0,75 millimetri, cioè esattamente il doppio degli ultimi vent’anni. Una situazione grave e inarrestabile, di cui è disponibile la mappa più dettagliata mai realizzata grazie ai dati del satellite CryoSat dell’Esa.

cryosat esa

Lo studio è stato pubblicato il 12 luglio sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters e riporta l’incrocio dei dati ricavati dal satellite europeo con il modello climatico della zona per ottenere una visione del cambiamento del manto bianco della Groenlandia e la sua inesorabile diminuzione.


Nelle NEWS:
– SpacExpress, viaggio su Marte a Cinecittà
– Uno sguardo nel cuore di Orione
– Il nuovo modello di Soyuz arriva sulla Stazione Spaziale internazionale
– Il Bosone di Higgs si festeggia con…una pizza


I dati di CryoSat sono particolarmente accurati grazie a un altimetro radar che riesce a misurare con grande precisione la variazione del livello degli strati di ghiaccio, permettendo quindi agli scienziati di determinare a quanto ammontino i cambiamenti nel suo volume.

Lo studio mostra anche come la perdita più pesante di ghiaccio risalga al 2012, anno in cui, d’estate, si registrarono temperature di caldo record. La Groenlandia risente quindi dei cambiamenti che avvengono nell’ambiente circostante in maniera immediata.

All’aumentare delle temperature, la perdita del manto bianco che ricopre la Groenlandia e l’Antartide accelera e questo determina un innalzamento del livello del mare. Prima del 2000, si riteneva che quando i due blocchi avessero strati di ghiaccio stabili allora anche il loro interno fosse intatto. Si è poi scoperto, invece, che a causa del surriscaldamento degli oceani il ghiaccio emerso perdeva volume a partire dalla sua base. Uno scioglimento che va ad aumentare il livello del mare dal basso. Tra il 1992 e il 2012 lo scioglimento di ghiacci in Antartide e in Groenlandia ha aggiunto 11.1 millimetri al livello del mare, corrispondente al 20% del suo aumento.

La missione Cryosat è stata lanciata dal cosmodromo di Baikonour nel 2010. Una delle sue scoperte più interessanti è quella dell’imponente flusso d’acqua sotto il ghiaccio dell’Antartide. I dati che ottenne vennero confrontati con quelli della precedente missione della Nasa, IceSat, e fu così realizzata la mappa di un cratere gigante, un enorme lago vuoto sotterraneo da cui circa sei km cubi di acqua erano sfuggiti, probabilmente finendo nell’oceano tra il 2007 e il 2008.


SpacExpress, viaggio su Marte a Cinecittà
spacexpressQuattro minuti di viaggio tridimensionale dalla Luna a Marte sono il cuore della prima attrazione europea a carattere scientifico in un parco divertimenti. Si chiama SpacExpress e porta i visitatori a sognare tra il verosimile e il vero, sposando la magia del cinema e la concretezza della scienza a Cinecittà World, parco a sud di Roma. I visitatori attraversano uno spazioporto come quelli di Kourou e Baikonour, potranno conoscere i segreti della Stazione spaziale internazionale guidati da Luca Parmitano e infine partire dalla Luna per approdare su Marte dopo un viaggio tra le stelle

Uno sguardo nel cuore di Orione
Un team internazionale di astronomi ha utilizzato la potenza dello strumento HAWK-I che opera nell’infrarosso applicato al telescopio VLT dell’ESO per produrre l’immagine più profonda e a più grande campo mai ottenuta della Nebulosa di Orione. L’immagine è di una bellezza spettacolare, ma ha anche rivelato una grande abbondanza di stelle nane brune e di oggetti isolati di massa planetaria. La presenza di questi oggetti di piccola massa ci permette di comprendere meglio la storia del processo di formazione stellare all’interno della nebulosa, mettendo in forse lo scenario finora largamente ritenuto valido.

This spectacular image of the Orion Nebula star-formation region was obtained from multiple exposures using the HAWK-I infrared camera on ESO’s Very Large Telescope in Chile. This is the deepest view ever of this region and reveals more very faint planetary-mass objects than expected.

This spectacular image of the Orion Nebula star-formation region was obtained from multiple exposures using the HAWK-I infrared camera on ESO’s Very Large Telescope in Chile. This is the deepest view ever of this region and reveals more very faint planetary-mass objects than expected.

Il nuovo modello di Soyuz arriva sulla Stazione Spaziale internazionale
C’è una nuova generazione di Soyuz a solcare i cieli. E’ infatti a disposizione l’ultimo modello del tradizionale vettore russo per il trasporto degli astronauti sulla Stazione spaziale internazionale. La Soyuz Ms-01 ha appena compiuto il suo primo viaggio, debuttando con due giorni di navigazione tra le stelle. Ha trasportato l’equipaggio della nuova missione, composto dal russo Anatolij Ivanisin, dal giapponese Takuya Onishi e dalla statunitense della Nasa, Kathleen Rubins. Onishi e Rubins erano anche loro a un debutto: non avevano mai volato prima nello Spazio.

Il Bosone di Higgs si festeggia con…una pizza
La scoperta del Bosone di Higgs venne annunciata il 4 luglio del 2012. Teorizzato nel 1964 e rilevato per la prima volta nel 2012 negli esperimenti ATLAS e CMS, condotti con l’acceleratore LHC del CERN, il bosone deve la sua importanza al fatto che è la particella associata al campo di Higgs, che secondo la teoria permea l’universo conferendo la massa alle particelle elementari. Inoltre la sua esistenza garantisce la consistenza del Modello standard. Al Cern si è celebrato l’anniversario della scoperta mangiando una pizza. Una pizza speciale, però, ispirata alla famosa particella. La pizza del bosone di Higgs, nata da un idea di Fernando Ferroni, presidente INFN e del fisico napoletano dell’esperimento CMS (Compact Muon Solenoid) Pierluigi Paolucci, è stata sfornata per la prima volta dalla storica pizzeria “Ettore a Santa Lucia”. In sostanza ne esistono due versioni, una vegetariana (pomodorini, peperoni e carciofo) e l’altra con prosciutto e salame, che corrispondono a due diversi decadimenti fisici del bosone. Naturalmente il gioco più che sugli ingredienti si basa sulla loro disposizione, che replica appunta la forma delle tracce. Per celebrare il 4 luglio ne sono state sfornate più 400 dalla cucina del Cern, con il prezioso aiuto della signora Iolanda, la proprietaria della pizzeria di Santa Lucia.

2016-07-15T11:04:22+02:00