ROMA – Un team straordinario composto da Facebook, Google, Microsoft, Amazon e IBM.
Per la prima volta 5 dei più grandi colossi della tecnologia si uniscono per un progetto no-profit sull’intelligenza artificiale.
Al partnariato collobora anche l’azienda Deep Mind di proprietà Google.
La coalizione, chiamata “Partnership on AI” e sarà co-presieduta dal capo di Microsoft Research, Eric Horvitz e il co-fondatore di DeepMind, Mustafa Suleyman.
Apple è in trattative con il gruppo, ma non ha ancora deciso se aderire all’organizzazione.
La partnership ha il compito di condurre ricerche e promuovere le migliori pratiche sull’intelligenza artificiale.
In pratica, il gruppo di aziende si riunirà spesso per discutere e comunicare i progressi nel campo dell’IA.
La partnership per l’IA ha 3 scopi principali.
Il primo, è quello di sostenere la ricerca e raccomandare le migliori pratiche in settori quali l’etica. Così come l’equità, la trasparenza e la collaborazione tra persone e sistemi di IA.
Il secondo è di migliorare la comprensione del pubblico e la consapevolezza sull’intelligenza artificiale e i suoi potenziali benefici.
Oggi la tecnologia è diventata profondamente radicata nella vita di tutti i giorni, e minaccia di automatizzare il lavoro umano.
Il terzo obiettivo, è quello di fornire una regolare piattaforma per i ricercatori sull’intelligenza artificiale, aprendo un dialogo sulle questioni rilevanti.
“Il motivo per cui tutti noi lavoriamo sull’IA è perché noi crediamo fortemente sulla sua capacità di trasformare il nostro mondo”, ha detto Suleyman in una conference call con i media. “L’impatto positivo dell’intelligenza artificiale dipenderà non solo dalla qualità dei nostri algoritmi, ma anche sulla quantità di discussione pubblica… per garantire che i benefici dell’IA possano essere compresi dal maggior numero di persone possibile”.
“Il potere dell’IA è nel settore dell’imprese”, ha aggiunge Francesca Rossi,ricerctrice di etica IA presso IBM Research. “Per ottenere i benefici dell’inetlligenza artificiale, dobbiamo prima fidarci di esso”.