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ASTEROID DAY 2018 – seconda parte

Intervista a Gianluca Masi del Virtual Telescope Project Esiste davvero un pericolo asteroidi? Abbiamo una buona conoscenza della popolazione asteroidale soprattutto se ci limitiamo a considerare gli asteroidi più grandi. Più un asteroide è grande, più è luminoso, più è facile da scoprire, noi abbiamo finora scoperto una buonissima parte degli asteroidi più grandi di […]

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Intervista a Gianluca Masi del Virtual Telescope Project

Esiste davvero un pericolo asteroidi?

Abbiamo una buona conoscenza della popolazione asteroidale soprattutto se ci limitiamo a considerare gli asteroidi più grandi. Più un asteroide è grande, più è luminoso, più è facile da scoprire, noi abbiamo finora scoperto una buonissima parte degli asteroidi più grandi di un chilometro che poi sono quelli che in caso di collisione rappresenterebbero un problema. 

Quando vediamo in cielo una meteora stiamo osservando un asteroide che l’atmosfera sta distruggendo. Proprio ai primi di giugno un asteroide chiamato 2018 LA, scoperto pochissime ore prima, è entrato in atmosfera, all’altezza del Sudafrica. 

Ad oggi non abbiamo evidenze che ci possano far ritenere possibile l’impatto di un asteroide di dimensioni tali da poter provocare una catastrofe sulla Terra, ma potremmo scoprire questa notte una meteora che potrebbe impattare con la nostra atmosfera come è successo a Celjabinsk in Russia, quando il 15 febbraio del 2013 un asteroide di circa 15 metri di diametro è stato avvistato nella regione a sud degli Urali, in Russia, alle 9.13 locali. 

E’ una conoscenza che si perfeziona mentre stiamo parlando.

https://www.youtube.com/watch?v=k1JXD6wu-fU&feature=youtu.be

Lei ha scoperto molti asteroidi, ad uno ha dato il suo nome, ci può spiegare l’iter che si deve seguire in caso di nuove scoperte?

Quando ci affacciamo con i nostri telescopi al cielo dobbiamo sempre tener presente una cosa che l’Universo è così vasto che non si può certo pretendere di aver osservato e classificato tutto. Può accadere, sebbene sia un evento raro, che in una certa regione di cielo che stiamo riprendendo con il nostro telescopio si noti il movimento di un piccolo punto di luce che può essere un asteroide. 

 

Ovviamente può trattarsi di un asteroide già noto, tuttavia capita che, facendo un controllo, andando a incrociare le orbite degli asteroidi noti ci si accorge che in quel dato momento non ce ne sia nessuno fra quelli conosciuti e così si configura una scoperta di un nuovo astro. 

Una volta appurato che il corpo celeste osservato sia effettivamente una scoperta allora inizia questa procedura: si informa il Minor Planet Center che è l’organismo internazionale che tiene conto di tutte le osservazioni, le scoperte, le orbite di questi corpi e se c’è la conferma della reale scoperta ci si trova ad essere gli scopritori di un nuovo asteroide e si ha la possibilità di dargli un nome. 

Passando gli anni e migliorando la conoscenza dell’orbita grazie alle osservazioni che a quel punto si accumulano l’asteroide viene infine classificato in termini definitivi con un numero e acquisisce il diritto di essere nominato e lo scopritore può proporre ad una commissione internazionale un nome che per lui abbia una motivazione che deve essere anche essa presentata alla commissione in questione che se valuta coerente la proposta decide di dargli il nome proposto dallo scopritore. 

Un momento di romanticismo che sopravvive anche oggi al cospetto di un cielo che forse può apparire meno romantico di quello di una volta, ma che al contrario riserva ancora molte emozioni.

 

 

E’ vero che ha chiamato un asteroide Frosinone?

 

Si è vero. C’è un asteroide che porta il mio nome e uno che si chiama Frosinone. Essendo originario della provincia di Frosinone, più precisamente di Ceccano, dove ho anche realizzato il Virtual Telescope, ho deciso di rendere onore a quei territori che mi hanno fatto innamorare dell’astronomia.

APPROFONDIMENTI in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana (ASI)

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