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#NewMusicAlert, alla scoperta di Andrea Cavallaro aka Dodicianni

Guarda l'intervista al cantautore veneto, su tutte le piattaforme con "Mio padre scrive per il giornale"

ROMA – Cantautore, pianista, compositore, artista. In una sola parola Dodicianni, questo il nome del progetto artistico di Andrea Cavallaro, su tutte le piattaforme con “Mio padre scrive per il giornale”, il suo ultimo singolo. Un brano intenso che è fotografia di una quotidianità fatta di silenzi e incomprensioni, frasi non dette e sentimenti potentissimi. 

Andrea torna sulla scena dopo qualche anno di assenza, due album e una lunga serie di collaborazioni live. Ha aperto i concerti di Vinicio Capossela, Thegiornalisti, Tiromancino e Modena City Ramblers

La passione per l’arte contemporanea

Poi la perdita di stimoli e una lunga pausa, che lo ha visto dedicarsi all’arte contemporanea con performance spesso scioccanti e provocatorie, che lo hanno portato a girare le gallerie e i festival italiani ed europei. Tra le sue opere più note, i ritratti musicali di “No Frame Portrait”, da cui è derivato l’album omonimo di piano solo. 

Nel video realizzato per l’occasione 50 persone entrano in uno studio trovandosi davanti un artista con un pianoforte. È Dodicianni che inizia a suonare un brano per ogni singola persona, lasciandosi ispirare soltanto dalle sensazioni che gli trasmette con lo sguardo e col linguaggio del corpo, senza nessun contatto verbale.

Andrea ora torna alla musica e lo fa con pezzo che lui stesso definisce “menestrelloso”, una via di mezzo tra cantautorato impegnato e quello dalla verve più ironica. È questa, in fondo, la natura di Dodicianni, classe 1989, nato a Rovigo e di casa a Bolzano che ha come punti di riferimento Lucio Dalla e Ivan Graziani.

Il perché di questo nome? Perché, come ci racconta lui stesso, ha fatto 12 anni di Conservatorio ma anche per un aneddoto particolare. Per ascoltarlo guarda l’intervista che abbiamo realizzato a distanza.

L’INTERVISTA ↓

2021-03-24T17:42:24+01:00