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Altro che fantascienza! Perseverance ha estratto ossigeno da Marte

Si aprono nuove porte per il futuro delle missioni umane sul Pianeta Rosso

perseverance

Un altro successo per Perseverance.
Il rover della NASA, atterrato due mesi fa su Marte, per la prima volta nella storia ha convertito in ossigeno una piccola quantità della sottile atmosfera ricca di anidride carbonica del Pianeta Rosso. 
Un traguardo incredibile che potrebbe far diventare la fantascienza realtà.
In futuro, infatti, la possibilità di isolare e immagazzinare ossigeno potrebbe essere la svolta per le missioni su Marte con equipaggio umano. Oltre ad essere fondamentale per la spinta dei razzi, fornirebbe aria respirabile agli astronauti.

Il test è stato effettuato il 20 aprile scorso, il 60° giorno marziano (sol), dall’arrivo di Perseverance su Marte, grazie ad uno strumento sperimentale a bordo del rover chiamato Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment (MOXIE).

La conversione di ossigeno

L’atmosfera di Marte è composta per il 96% da anidride carbonica. Come spiega la NASA, MOXIE funziona separando gli atomi di ossigeno dalle molecole di anidride carbonica, che sono costituite da un atomo di carbonio e due atomi di ossigeno. Un prodotto di scarto, il monossido di carbonio, viene emesso nell’atmosfera marziana. Il processo di conversione richiede alti livelli di calore per raggiungere una temperatura di circa 800 gradi Celsius. Per far fronte a ciò, l’unità MOXIE è realizzata con materiali resistenti al calore.

In questa prima operazione, la produzione di ossigeno di MOXIE è stata piuttosto modesta: circa 5 grammi, equivalenti a circa 10 minuti di ossigeno respirabile per un astronauta. MOXIE è progettato per generare fino a 10 grammi di ossigeno all’ora.

2021-04-23T14:50:30+02:00