ROMA – Chi è Imen Jane? Perché tanto clamore in queste ore intorno al suo nome? La 26enne è da ieri in trend topic su Twitter per alcune stories Instagram in cui, insieme alla sua amica e collega Francesca Mapelli, deride con piglio saccente una commessa colpevole di ignorare la storia del negozio per cui lavora.
La coppia non si è tuttavia limitata alle semplici critiche, ma ha fornito alla malcapitata anche la chiave di lettura per tradurre la conoscenza in facile profitto:
Dice di non essere pagata abbastanza per informarsi, a quel punto Mape le ha detto che se si fosse informata abbastanza avrebbe potuto avere l’occasione di essere pagata tre volte tanto come guida turistica.
A completare l’opera, un testo in allegato in cui, da ‘vere esperte’ del mercato turistico, stabiliscono il tariffario e il relativo aumento di compenso:
Invece di tre euro all’ora te ne prendi trenta a fare la guida per Palermo a noi milanesi rompicog***ni.
Curioso che la lezione arrivi proprio da chi ha saltato più di qualche lezione all’Università, spacciandosi per laureata in Economia senza aver mai discusso la tesi.
Chiariamoci: non aver conseguito titolo accademico di per sé è una colpa? A nostro giudizio, assolutamente no.
Imen Jane, però, quella pergamena da economista firmata con l’inchiostro simpatico l’ha sfruttata per diventare famosa con le pillole sui numeri, i grafici, le teorie.
Brava, complimenti, nulla da dire sull’ingegno nel sapere utilizzare i moderni mezzi comunicativi per un fine alto, conquistando la celebrità attraverso contenuti informativi che facilitino nella comprensione di tematiche complesse. Se Forbes la considera tra gli under 30 più interessanti dell’era digitale, se ha fondato Will che rappresenta un modello per chi approccia al social journalism, un motivo ci sarà.
Queste qualità sono però sufficienti a trasformarsi in professoressa andando in giro per l’Italia a impartire lectio magistralis su come miracolare una giornata di lavoro normale in chiave per il successo? Anche in questo caso, a nostro giudizio, la risposta è: assolutamente no.
Ci perdoneranno i nostri lettori se Diregiovani adotta un po’ di sarcasmo a difesa della ragazza vittima di scherno e giudicata senza appello, ignorando – perché, care Imen e Francesca, l’ignoranza è una condizione comune a tutti, compreso voi – la sua vita e la sua storia, il suo percorso personale.
Ci sarebbe molto da dire su quanto sia povero di contenuti anche lo stereotipo sulla “rompico* milanese” al cospetto della poco ambiziosa palermitana, ma preferiamo restare focalizzati sul tema e sulla domanda iniziale.
Chi è Imen Jane? Un modello da non imitare. A chi ci legge diamo il nostro umile consiglio, da alunni curiosi della vita sempre pronti a imparare: siate ciò che più desiderate, ma non fate come lei. Non trasformate la vostra realizzazione personale in teorema per la denigrazione del prossimo. Chiariamoci, chi vi scrive ritiene la sete di conoscenza un’esigenza da soddisfare. Ma è un’equazione in cui l’unica incognita è l’impegno, non il successo. “Il sapere rende liberi”, diceva Socrate. Prima di rendere stro*.