L’Italia è campione d’Europa. Dopo 53 anni gli azzurri tornano a conquistare il titolo continentale. È il secondo trofeo europeo della storia.
LA PARTITA
Una partita di grande sofferenza, al cardiopalma. Pochi minuti e gli azzurri sono passati in svantaggio con un tiro al volo del terzino sinistro inglese, Shaw. La nazionale allenata da Roberto Mancini ha subito il contraccolpo psicologico, complice un clima infernale allo stadio di Wembley, tutto (o quasi) a favore dei padroni di casa. Il primo tempo è trascorso in attesa di una reazione dei nostri che non è arrivata. La svolta finalmente nella ripresa, gli azzurri sono usciti dallo spogliatoio con altro piglio. Il gol del pareggio è firmato al 67esimo da Leonardo Bonucci, lesto a sfruttare una carambola in aria di rigore inglese su sviluppi di un calcio d’angolo. Da quel momento in poi la storia della partita ha visto gli azzurri padroni del campo, di nuovo a gestire il possesso palla mentre gli inglesi in attesa nel tentativo di colpire in contropiede. I supplementari sono stati vissuti solo come preludio ai calci di rigore.
I RIGORI
La sequenza dei rigori: Berardi (It) gol; Kane (In) gol; Belotti (It) parato; Maguire (In) gol; Bonucci (It) gol; Rashford (In) paolo; Bernardeschi (It) gol; Sancho (Ing) parato; Jorginho (It) parato; Saka (It) parato.
MANCINI IN LACRIME
“Meravigliosi, abbiamo dominato la partita. Siamo contenti, abbiamo vinto giocando bene”. Sono state le prime parole del tecnico campione d’Europa Roberto Mancini, ai microfoni della Rai, dopo la finale vinta contro l’Inghilterra ai calci di rigore.
LA FESTA
È qui la festa. Ed è appena cominciata. Nelle piazze d’Italia – come a Roma, Milano e Napoli – ma anche nelle case e tra i tavoli all’aperto dei locali. Paura, tanta sofferenza, ma alla fine quella gioia tanto attesa è potuta esplodere. “I campioni dell’Europa siamo noi”, l’Inghilterra è battuta ai rigori, lo stadio di Wembley si è tinto d’azzurro e il tricolore ha iniziato a invadere le strade delle nostre città. Milioni di bandiere a sventolare, fuochi d’artificio e caroselli di auto accompagnati dalla colonna sonora poo-po-po-po-po-pooo-poo. E’ finita meglio delle ‘notti magiche’. Ma prima dell’urlo liberatorio la serata è stata un’altalena di emozioni.
I NOVANTA MINUTI NELLE PIAZZE
I 2.500 ‘prenotati’ di piazza del Popolo e gli altri che si sono radunati lì intorno e in tanti altri posti, non hanno fatto in tempo a cantare l’inno di Mameli a squarciagola, con una immensa bandiera srotolata a fare da coreografia, che sono stati subito gelati dal gol dell’Inghilterra. E anche la partita del tifo si è messa in salita. Hanno faticato un po’ a riprendersi infatti, come l’Italia, riaccendendosi a sprazzi per i tentativi (per la verità un po’ timidi) di Chiesa e Immobile.
CHE SOFFERENZA
Occhi puntati sui maxischermi, le bandiere intorno al corpo come un abbraccio tricolore, qualche applauso e incitamento, ma soprattutto tanta sofferenza. E all’intervallo tutti a dire cosa non andava e cosa doveva fare il ct. E’ stato sempre Chiesa, vicino al pareggio intorno al quarto d’ora della ripresa, a fare sobbalzare la piazza. E a riaccendere le speranze. Che Bonucci poco dopo ha concretizzato con il gol dell’1-1. Il sorriso di Mattarella seduto in tribuna a Wembley, con le braccia protese in avanti quasi a volere abbracciare gli azzurri in festa sul campo. Le urla scatenate, i salti e l’onda azzurra invece a Roma e nelle piazze d’Italia. Tutti hanno ritrovato la voce, come al momento del ‘nooooo’ che ha riecheggiato anche dalle finestre di tutte le case per l’occasione sfiorata poco dopo da Berardi. Corde vocali chiamate, insieme all’Italia, a fare i tempi supplementari, tra una mischia in area azzurra che ha tenuto tutti con il fiato sospeso e una punizione di Bernardeschi che poteva avere un esito migliore. Quindi i rigori. Alcuni tifosi in piazza si sono messi in cerchio come è stata solita fare l’Italia di Mancini. Poi via a quegli 11 metri di emozioni. Con la disperazione per l’errore di Belotti. E l’esultanza per quelli di Rashford e Sancho. Poi il Jorginho che non t’aspetti, perché sbaglia. E l’eroe diventa Donnarumma. E’ iniziata quindi una notte di festa. Illuminata d’azzurro.