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VIDEO | “Sarei morto con i miei genitori”: ecco perché ‘È stata la mano di Dio’ a salvare la vita di Paolo Sorrentino

Il regista napoletano è scampato a una terribile tragedia familiare a Roccaraso. Proprio quel weekend era...il racconto emozionante

Ha emozionato tutti. Il film di Paolo Sorrentino che uscirà al cinema in Italia il 24 novembre e su Netflix il 15 dicembre 2021, alla 78esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia ha già messo d’accordo pubblico e critica.

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È bastata l’anteprima in Laguna per far emozionare chi ha potuto ammirare l’ultima opera del regista napoletano. Una pellicola autobiografica che racconta la sua infanzia nel capoluogo campano. Alle pendici del Vesuvio negli anni ’80, quando la città respirava calcio con successi sportivi unici e irripetibili grazie al talento ‘divino’ di Diego Armando Maradona. Il titolo è infatti un omaggio al calciatore argentino scomparso quest’anno ma anche un tributo per avergli “salvato la vita”. Il regista ha spiegato che “è soltanto grazie alla sua passione per il calcio e per il numero 10 azzurro se non è morto”. All’età di 16 anni infatti, Sorrentino è scampato a una terribile tragedia familiare: i genitori sono morti per una fuga di monossido di carbonio da una stufa in uno dei consueti weekend a Roccaraso, località montana in Abbruzzo tutt’oggi molto frequentata dai napoletani. Doveva essere lì con loro, ma proprio quel giorno per la prima volta, il papà gli permise di seguire la sua squadra del cuore, in trasferta a Empoli.

IL RACCONTO

A me Maradona ha salvato la vita. Da due anni chiedevo a mio padre di poter seguire il Napoli in trasferta, anziché passare il week end in montagna, nella casetta di famiglia a Roccaraso; ma mi rispondeva sempre che ero troppo piccolo. Quella volta finalmente mi aveva dato il permesso di partire: Empoli-Napoli. Citofonò il portiere. Pensavo mi avvisasse che era arrivato il mio amico a prendermi. Invece mi avvertì che era successo un incidente. In questi casi non ti dicono tutto subito. Ti preparano, un poco alla volta. Papà e mamma erano morti nel sonno. Per colpa di una stufa. Avvelenati dal monossido di carbonio. Mia sorella più grande, Daniela, che già conviveva, venne eroicamente a vivere per un anno con me e mio fratello Marco. Poi rimasi da solo, nella casa al Vomero. Un tempo che ricordo come un limbo. Ero quasi in stato confusionale.

 
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2021-09-03T21:02:59+02:00