Tennis. Caso Peng, la Wta sospende tutti i tornei femminili in Cina

L'annuncio dell'amministratore delegato Steve Simon

Durante il suo intervento alla Cnn sul caso Peng un paio di settimane fa, Steve Simon (amministratore delegato della Women’s Tennis Association) era stato chiaro: “Siamo pronti a sospendere gli eventi in Cina” e così è stato. A nulla è servita dunque la videochiamata con il presidente del Cio Bach sulle condizioni di Peng Shuai: la WTA sospenderà tutti i tornei femminili nel Paese.

“Con il pieno supporto del Consiglio di amministrazione della WTA, annuncio l’immediata sospensione di tutti i tornei WTA in Cina, compreso Hong Kong”, ha dichiarato Simon. “In buona coscienza, non vedo come posso chiedere ai nostri atleti di gareggiare lì quando Peng Shuai non è autorizzata a comunicare liberamente. Dato lo stato attuale delle cose, sono anche molto preoccupato per i rischi che tutti i nostri giocatori e i nostri staff potrebbero affrontare se dovessimo organizzare eventi in Cina nel 2022”. 

“Apprezzo Steve Simon e la leadership della WTA per aver preso una posizione forte nella difesa dei diritti umani in Cina e nel mondo”, ha affermato Billie Jean King. “La WTA è dalla parte giusta della storia”. Martina Navratilova l’ha definita una “posizione coraggiosa”. “Ora cosa ne dici, CIO?- ha twittato. “Riesco a malapena a sentirti!”.

 

 

La ‘diplomazia silenziosa’ del Cio

A seguito della mossa molto forte della Wta, il Cio (Comitato Olimpico Internazionale) si è visto ‘quasi costretto’ a pubblicare una nota ufficiale sul caso Peng Shuai. “Condividiamo la stessa preoccupazione di molte altre persone e organizzazioni per il benessere e la sicurezza di Peng Shuai – scrive il Cio – Per questo, proprio ieri, un team del Cio ha tenuto un’altra videochiamata con lei. Le abbiamo offerto un ampio supporto, resteremo in contatto con lei e abbiamo già concordato un incontro di persona a gennaio”. “Ci sono diversi modi per ottenere il suo benessere e la sua sicurezza. Abbiamo adottato un approccio molto umano e centrato sulla persona. Il Cio sta affrontando queste preoccupazioni direttamente con le organizzazioni sportive cinesi. Utilizziamo la ‘diplomazia silenziosa’ che, date le circostanze e in base all’esperienza dei governi e di altre organizzazioni, è indicata come il modo più promettente per procedere efficacemente in tali questioni umanitarie”. “Gli sforzi del Cio – continua la nota del Cio – hanno portato a una videoconferenza di mezzora con Peng Shuai il 21 novembre, durante la quale ha spiegato la sua situazione e sembrava essere al sicuro e in salute, data la difficile situazione in cui si trova. Ciò è stato riconfermato nella chiamata di ieri. Il nostro approccio umano e centrato sulla persona significa che continuiamo a preoccuparci per la sua situazione personale e continueremo a sostenerla”.

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