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Genova, all’ic Voltri 2 parte progetto ‘Give teens a chance’

Intervento di prevenzione e contrasto alla povertà educativa con comunità Sant'Egidio

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GENOVA – Rimettere al centro la scuola e gli abitanti della periferia, a partire dai bambini. È questo l’obiettivo di ‘Give teens a chance. La scuola al centro della periferia’, il progetto educativo che interesserà il quartiere CEP della città di Genova, ideato dall’istituto comprensivo ‘Voltri 2’ e dalla comunità di Sant’Egidio, con la partecipazione dell’ufficio scolastico ligure e di un vasto numero di partner genovesi tra parrocchie, scuole, istituzioni culturali.

Avviato grazie al sostegno economico dell’impresa sociale ‘Con i Bambini’ che lo ha selezionato nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, il progetto è stato presentato ieri a Pra’ di fronte alle principali autorità cittadine, tra cui l’assessore comunale alle Pari Opportunità Arianna Viscogliosi e il presidente del tribunale per i Minorenni di Genova Luca Villa, il quale ha affermato: “Bisogna investire di più in progetti come questo, per prevenire, educare, sostenere gli adolescenti di periferia, perché una società sana punta a non togliere i bambini alle famiglie, ma ad aiutarle”.

“Il Cep è il quartiere più in sofferenza della città- ha spiegato Sergio Casali membro di Sant’Egidio e responsabile operativo del progetto- dove negli anni sono state indirizzate tutte le situazioni di disagio. Quella che incontriamo oggi è la terza generazione di ragazzi nati qui e su di loro, e di conseguenza sulla scuola che è l’istituzione più presente e riconosciuta nel quartiere, si riversano tutte le contraddizioni di questa parte di città”.

Secondo i dati forniti dalla comunità Sant’Egidio, il Cep è un quartiere che non ha una piazza, in cui gli spazi pubblici di socializzazione per i bambini giacciono abbandonati ed inservibili, dove il reddito imponibile medio è il più basso della città (16.446 euro) e il tasso di disoccupazione il più alto (20%). Il tasso di scolarizzazione è del 31,5% – il più basso a Genova e più  di due volte e mezzo inferiore a quello dei quartieri ‘bene’ – solo il 5,3% degli abitanti ha una laurea o diploma universitario, contro il 18,5% di media genovese.

“Per questo- ha proseguito Casali- abbiamo elaborato un modello di intervento pubblico-privato nuovo, un modello di fare scuola che non ripeta un modulo standardizzato, ma sappia rispondere alle domande nuove che si alzano da questi contesti con proposte nuove, che superino l’inerzia dell’idea che abbiamo sempre fatto cosi’ o del vittimismo per cui mancano le risorse”. 

2019-05-28T12:23:23+02:00