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Strasburgo, primo giorno dell’Hack for global rights

Cerimonia d'apertura al liceo 'Des Pontonniers'

STRASBURGO – “Come scrisse Erasmo nel ‘De Pueris’, stampato proprio qui a Strasburgo, ‘non nasciamo uomini, ma lo diventiamo’, e l’esperienza che vivrete in questi tre giorni sarà per voi un’opportunità di crescita fondamentale nel vostro percorso verso la maturità”.

Così Jean Philippe Fussler, dirigente scolastico del liceo ‘Des Pontonniers’ di Strasburgo, si è rivolto questa mattina agli studenti durante la cerimonia d’apertura dell’hackathon internazionale per i diritti umani, nella sede del liceo.

“Dobbiamo tornare a pensare, a riflettere sui problemi sociali che ci circondano, perché ci sono sempre più persone che hanno smesso di farlo- ha continuato Fussler– dobbiamo ricostruire un nuovo umanesimo, perché all’epoca di Erasmo non c’erano frontiere e tutti gli intellettuali scrivevano in latino. Oggi, che siamo travolti da una serie di tensioni internazionali, il fatto che voi studenti, provenienti da Paesi diversi, vi state incontrando dal vivo e non virtualmente, su internet o sui social network, è importantissimo. Sfornate le vostre idee migliori e, sopratutto, divertitevi”.

La cerimonia, quindi, ha dato il via all”Hack for global rights’, il primo hackathon internazionale dedicato alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado sulle principali sfide in materia di diritti umani. L’iniziativa è stata promossa dall’IIS ‘Luigi Einaudi’ di Roma in collaborazione con il liceo ‘Des Pontonniers’ di Strasburgo, dove si svolgeranno i lavori.

“Con questo progetto abbiamo cercato di esportare la metodologia dell’hackathon nel contesto scolastico francese- ha dichiarato Diana Guerani, dirigente scolastica dell’istituto ‘Einaudi’– perché riteniamo che sia un’ottima esperienza per sviluppare competenze innovative e il lavoro di gruppo fra gli studenti. Il nostro istituto è stato capofila nel Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD), un progetto portato avanti dal MIUR dal 2015 per avvicinare gli studenti al mondo digitale e sviluppare didattiche innovative. Questo hackathon, che si svolge nel cuore dell’Unione Europea e tutto in lingua inglese, si inserisce in questo progetto a livello internazionale. Siamo convinti che per tutti voi sarà un’esperienza formativa importantissima per il vostro futuro, in bocca al lupo per questa bella competizione amichevole”.

I 64 studenti e studentesse, metà francesi e metà italiani, avranno tempo fino a venerdì per elaborare delle strategie innovative per rispondere ai quesiti svelati oggi da Lorenzo Micheli, rappresentante del MIUR.

“Sono lieto di presentare il primo hackathon europeo sui diritti umani- ha detto Micheli– come sapete si tratta di una maratona e non di una corsa di cento metri, quindi prendetevi il tempo necessario per riflettere, elaborare una metodologia e una strategia efficaci per rispondere ai challenge proposti, che ora vi rivelerò.”

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Alla fine della cerimonia, infatti, gli studenti sono stati suddivisi in 8 team di lavoro e ad ognuno è stato affidato un quesito fra i seguenti:

  • Diritti dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo: immaginate di essere nel 2050, in un futuro distopico in cui i diritti dei migranti sono del tutto scomparsi e chi li maltratta non viene punito. Guardando indietro ad oggi, il 2020, cosa avremmo potuto cambiare per evitarlo?;
  • Sicurezza e anti-terrorismo: proponete un approccio innovativo, concreto e realizzabile per combattere il terrorismo, con un’attenzione particolare alla nuove tecnologie e il cyberterrorismo;
  • Parità di genere e diritti delle donne: partendo dalla constatazione che, nonostante i progressi degli ultimi anni, la parità di genere è ancora una meta lontana da raggiungere, elaborate delle strategie efficaci ed innovative per accelerare questo processo e combattere il sessismo.

La deadline inderogabile è fissata per venerdì mattina alle 11. Subito dopo le studentesse e gli studenti saranno accolti nel palazzo del Consiglio d’Europa, dove i vari team dovranno esporre il frutto del loro lavoro, in soli tre minuti e rigorosamente in inglese, davanti a una giuria di docenti, esperti e membri delle istituzioni.

2019-11-21T10:02:26+01:00