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VIDEO | Come smontare una notizia falsa?

Terza puntata del nostro speciale sulle fake news insieme al noto debunker Paolo Attivissimo

ROMA – Terza puntata del nostro speciale sulle fake news insieme al noto debunker Paolo Attivissimo. Nella prima puntata abbiamo visto come difenderci dalle fake news, nella seconda come queste rendano più complicato instaurare una conversazione costruttiva con chi la pensa diversamente da noi, mentre in questa puntata capiremo come riuscire a mettere insieme i pezzi di una narrazione per capire realmente come stanno le cose.

“Ultimamente- esordisce Attivissimo– c’è questa tendenza a non voler ascoltare gli esperti, a voler avere un confronto con una persona che è come noi e quindi è libera dalle influenze di Big Pharma, delle grandi multinazionali e via dicendo. È una cosa che facciamo anche noi giornalisti qui c’è da spenderci una parola di Mea Culpa. Perché una delle cose che ti insegnano sul giornalismo è che devi far sentire le due campane, ma non è necessariamente giusto. Se io faccio sentire due campane, una campana è un egittologo espertissimo su come sono state costruite le piramidi, l’altra è un salumiere che sarà un bravissimo salumiere, ma non sa nulla di egittologia, e mi afferma che le piramidi le hanno fatto gli alieni, sto elevando il livello del salumiere e sto abbassando quello dell’egittologo. È un po’ come dire non vado a un convegno di ginecologia o di ostetricia portando da una parte un ostetrico e dall’altra uno che dice che i bambini li porta la cicogna perché farei una scorrettezza, non darei un’informazione alla pari, non farei sentire due campane. In sostanza ne farei sentire una fessa e una che suona correttamente”.

Quindi ciò che è politicamente corretto generalmente rischia di appiattire la realtà mettendo sullo stesso piano opinioni agli antipodi. Quindi cosa possiamo fare come giornalisti e come lettori?

“Per cui dobbiamo uscire un po’ da questa abitudine e per farlo un po’ dovremo fare noi giornalisti questa scelta precisa di dire ci servono gli esperti veri. E qui arriviamo alla seconda parte perché l’effetto vero non è sempre facile da trovare. È facile, nel campo del giornalismo, avere fretta, poco tempo, e intervistare un podologo su di un virus. Lo stesso vale per tutti i settori della scienza. Un’altra tecnica che consiglio moltissimo in generale a chiunque voglia approfondire un argomento è cercare di ridurlo a quelli che si chiamano principi primi. Una affermazione può essere semplificata fino al punto di arrivare a basarla su dei fatti scientifici incontestabili come la velocità della luce. È un dato di fatto la velocità del suono è un dato di fatto l’accelerazione di gravità è un dato di fatto, le reazioni chimiche sono un dato di fatto, il comportamento del sistema immunitario è sostanzialmente un dato di fatto, lo conosciamo molto bene non c’è una controversia scientifica, non esiste una scienza alternativa della gravità. Quelli che ci hanno provato si sono buttati dal palazzo e non sono sopravvissute al convegno successivo. Quindi quello che dobbiamo fare è cercare di trovare questi principi primi. Prendiamo come esempio l’attentato alle Torri Gemelle”.

Per capirci qualcosa in più dobbiamo partire dalle basi, da quelli che sono dati oggettivi.

“Come funziona l’acciaio? Come funzionano gli incendi? Ci sono alcuni concetti di base su cui ci troviamo tutti d’accordo. Se riusciamo a semplificare la questione che ci interessa fino ad arrivare a questi principi di base allora abbiamo una chiave di comprensione della realtà. E a quel punto non è più necessario rivolgersi agli esperti con la fiducia, cioè mi devo fidare dell’esperto perché metti che l’esperto menta, che sia di parte, ma i fatti scientifici non sono né di destra né di sinistra non sono di parte quindi se posso arrivare a quelli e su quelli costruire il mio ragionamento ho delle ottime possibilità di azzeccare le mie conclusioni. E questo credo sia un insieme di tecniche che tutti noi dovremo ripescare. Perché l’esperto potrebbe avere la sua convenienza a dire le cose con un tono o un altro o potrebbe semplicemente dover esercitare la diplomazia perché si trova in una situazione dove ci sono delle pressioni sociali o politiche. Quindi bisogna anche tenere presente che chi è esperto in un settore può a volte ammorbidire le proprie parole o cercare di trovare quelle giuste quelle che crede che siano giuste quando in realtà magari usa del gergo troppo tecnico o semplifica eccessivamente perché i tempi televisivi sono troppo stretti e quindi alla fine fa cattiva comunicazione. Però mettendo insieme tutti questi elementi si può fare una grandissima differenza”.

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2020-11-24T12:09:27+01:00