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Catania, Summer School Dire al liceo Galilei

CATANIA – “Raccontare è il mestiere del giornalista, facendo da tramite tra quello che accade nel mondo ed i cittadini. È difficile essere obiettivi, ognuno guarda il mondo coi propri occhi e dietro c’è un personale bagaglio culturale. Il nostro compito è quello di riuscire ad arrivare alla verità del momento, con tutto i dati […]

CATANIA – “Raccontare è il mestiere del giornalista, facendo da tramite tra quello che accade nel mondo ed i cittadini. È difficile essere obiettivi, ognuno guarda il mondo coi propri occhi e dietro c’è un personale bagaglio culturale. Il nostro compito è quello di riuscire ad arrivare alla verità del momento, con tutto i dati che abbiamo a disposizione”. Così Marta Nicoletti, giornalista responsabile del mondo scuola della Dire in apertura della summer school di giornalismo al liceo scientifico ‘G. Galilei di Catania’che dal 15 al 19 luglio coinvolgerà studenti provenienti da diverse scuole del sud-Italia.

Nell’aula di fisica, i 24 giovani corsisti hanno incontrato il giornalista palermitano Gaetano Perricone che ha raccontato, in modo puntuale ed appassionato, la propria vita dedicata all’informazione. Dalla cronaca nera a quella sportiva, dall’ufficio stampa al Parco dell’Etna al blog ‘Il Vulcanico’ pubblicando, nel frattempo, alcuni libri : “Amo definirmi un non scrittore, – racconta Perricone ai ragazzi- la dimensione narrativa non mi appartiene del tutto, il mio stile è quello giornalistico”.

Il giornalista siciliano racconta la posizione scomoda di chi fa il suo mestiere “Quando i politici insultano i giornalisti- dice Perricone- è perché li fanno le pulci se rubano, se non fanno il loro dovere. I giornalisti, a queste persone, danno fastidio”. La posizione di un giornalista diventa ancora più scomoda quando si occupa di mafia: “Si subiscono minacce- aggiunge Gaetano Perricone- e vanno affrontate a testa alta e schiena dritta. Sembra una frase fatta, ma non è così”.

Dalla cronostoria di un professionista dell’informazione, i ragazzi passano alla comunicazione, diventando spettatori de “Il teatro che fa il suo dovere”, laboratorio teatrale sui diritti e doveri inviolabili dell’individuo, alla metro Giovanni XXIII di Catania. Realizzato da Francesco Paolo Ferrara, in collaborazione con il Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata dell’università di Catania, lo spettacolo teatrale, tra emozioni e sentimenti espressi dagli attori non professionisti, ha messo in scena il significato di inclusione e socializzazione. L’iniziativa rientra tra gli appuntamenti culturali della rassegna Porte Aperte Unict 2019.

2019-07-17T11:18:25+02:00