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RECENSIONE| I Am Greta, Grossman racconta il mito Thunberg

Il film arriva il 14 novembre sulle principali piattaforme on demand

ROMA – Provocatorio, ispiratore, intimo e senza filtri. Così si presenta ‘I Am Greta- Una forza della natura‘, il documentario sulla giovane attivista svedese di Nathan Grossman

Inizialmente era atteso al cinema come evento speciale, ma in seguito in seguito all’ultimo Dpcm, che ha disposto la chiusura delle sale cinematografiche, Koch Media ha annunciato che il docufilm sarà disponibile sulle principali piattaforme on demand a partire dal 14 novembre:  Sky Primafila, Google Play, Infinity, TIMVision, Chili, Rakuten TV, MioCinema e IoRestoInSala.

Presentato ‘Fuori concorso’ alla 77. Mostra del Cinema di Venezia, durante cui Greta Thunberg è intervenuta via Zoom per soli 15 minuti (il tempo della ricreazione scolastica), il documentario parte da agosto 2018, quando Greta ha cominciato lo sciopero per il clima, davanti al Parlamento svedese, ponendo una domanda agli adulti: se a voi non interessa il mio futuro sulla Terra, perché a me dovrebbe interessare il mio futuro a scuola? Nel giro di qualche mese, il suo sciopero si è trasformato in un movimento globale. ‘I am Greta’ arriva fino al 2019, l’anno dell’incredibile viaggio in barca a vela verso New York per presenziare al Summit sul clima dell’ONU.

O che la si apprezzi o che la si critichi, in poco tempo la Thunberg è riuscita a creare un movimento globale, il #FridaysForFuture, facendo alzare dalla sedia tantissimi studenti che sono scesi nelle piazze di tutto il mondo per gridare insieme a lei che la crisi climatica è un problema da risolvere al più presto.

Questo è uno di quei documentari che conquista l’attenzione di chi lo guardo già dalla prima visione perché permette allo spettatore di poter entrare nella vita di Greta senza filtri. E questo grazie alla delicatezza della regia di Grossman, che per un anno intero ha seguito l’attivista svedese senza mai essere invasivo nella quotidianità della protagonista. 

All’inizio non sarebbe dovuto essere un film perché il regista non mi ha chiesto di fare una pellicola su di me”, ha raccontato Greta a Venezia 77. “Il film è diventato tale per caso. Nathan non faceva ‘nessun rumore’: era presente senza essere mai invasivo.Durante le riprese – ha continuato l’attivista– mi domandava ‘posso unirmi a te?’. Ecco perché gli ho permesso di stare con me”.

Grossman mostra non solo il mito ma anche quello che c’è dietro. Una ragazza affetta dalla sindrome di Asperger, che non ha paura di mostrare le sue fragilità e di piangere anche davanti ad alcuni esponenti della politica che la reputano troppo emotiva, come Donald Trump o Vladimir Putin. Alla poca considerazione di molti lei risponde non smettendo di ‘gridare’ al mondo che il global warming è un problema che non può più aspettare di essere affrontato sui tavoli delle istituzioni.

‘I Am Greta’ riesce sì a catturare l’attenzione ma ha anche una pecca, che sta nella scelta del materiale usato per raccontare la studentessa svedese. Il docu presenta una narrazione che si sviluppa per tappe, quelle che ha percorso Greta fino al difficile viaggio, dalla Svezia a New York, fatto dall’attivista per arrivare all’ONU. Il documentario risulta così un po’ sottotono e didascalico non lasciando la possibilità alla ‘guerriera green’ di trasmettere pienamente quella grinta che la spinge a combattere per il futuro del Pianeta e quel suo essere una ragazza di grande ispirazione per tantissime persone di tutte le età.

2020-11-13T17:06:17+01:00