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EDU Day con Microsoft e USR Lombardia: protagonista l’innovazione

MILANO – Un grande digital park in cui bambine, bambini e adolescenti curiosano tra i progetti di domotica, informatica e intelligenza artificiale, sia dei loro coetanei sia di operatori professionisti. E’ l’EDU Day, organizzato da Microsoft all’interno della Microsoft House di Milano, in collaborazione con USR Lombardia. Dappertutto e’ un brulicare di studenti con addosso […]

MILANO – Un grande digital park in cui bambine, bambini e adolescenti curiosano tra i progetti di domotica, informatica e intelligenza artificiale, sia dei loro coetanei sia di operatori professionisti. E’ l’EDU Day, organizzato da Microsoft all’interno della Microsoft House di Milano, in collaborazione con USR Lombardia.

Dappertutto e’ un brulicare di studenti con addosso i visori di realta’ aumentata che muovono le mani nell’aria e fanno gesti apparentemente senza senso. I piu’ piccoli tengono in mano dei cartelli con su scritto il nome del loro progetto e cercano di dirottare i passanti verso il loro esperimento: ‘Doc’, ‘Strawbees’, ‘Ozobot’, ‘Littlebits’. I ragazzi piu’ grandi si incuriosiscono, a volte si inteneriscono e si prestano a scoprire di cosa si tratta.

Dentro, negli show room, gli adulti si confrontano su come la tecnologia sta cambiando e cambiera’ il modo di apprendere dei giovani, quali competenze sono necessarie per poter gestire le innovazioni del presente e del futuro. Dal punto di vista didattico, dal punto di vista umano e anche strategico. E poi di cittadinanza digitale, disturbi dell’apprendimento, inclusione, didattica immersiva, Genomica, AI, Deep Learning, Cloud e molto altro.

Sono intervenuti i rappresentanti di Microsoft e del mondo della scuola, dell’universita’ e della ricerca, delle istituzioni. Tra i relatori anche Carmela Palumbo, capo dipartimento per la programmazione e gestione delle risorse umane finanziarie e gestionali del Miur, Delia Campanelli, Direttrice generale dell’USR Lombardia e Francesco Profumo presidente della Compagnia di San Paolo. Nelle parole di Profumo “gli insegnanti sono bravissimi e la scuola una risorsa preziosa da cui sono partiti molti dei cambiamenti culturali degli ultimi anni, basti pensare al riciclo. Tutto è iniziato nelle classi, dove agli alunni è stato insegnato a gettare i rifiuti in contenitori diversi. Poi le maestre e i maestri hanno mostrato loro come si ricicla la carta, creandone della nuova dalla vecchia, come costruire oggetti con gli scarti della plastica e come far crescere le piante grazie al compost prodotto dai rifiuti umidi. I bambini sono andati a casa e hanno insegnato ai loro genitori a fare lo stesso”. La stessa cosa succederà con l’educazione digitale, nella maggioranza dei casi.

Tutto e’ iniziato nelle classi, dove agli alunni e’ stato insegnato a gettare i rifiuti in contenitori diversi. Poi i docenti hanno mostrato loro come si ricicla la carta, creandone della nuova dalla vecchia, come costruire oggetti con gli scarti della plastica e come far crescere le piante grazie al compost prodotto dai rifiuti umidi. I bambini sono andati a casa e hanno insegnato ai loro genitori a fare lo stesso. Stessa cosa succedera’ con l’educazione digitale, nella maggioranza dei casi.

Usando Minecraft, un gioco popolarissimo tra i piu’ piccoli e quasi sconosciuto agli adulti, i bambini di Monza hanno creato la loro citta’ ideale e progettato un intero acquedotto. Un ragazzino ha invece costruito con i pezzi del lego un prototipo di stampante 3D. La tecnologia e’ gia’ li’, pronta per essere utilizzata, il potenziale dei giovani anche, ma saranno le famiglie e la scuola a doversi occupare dell’educazione digitale e della cittadinanza digitale dei ragazzi. “Se noi pensiamo che i ragazzini che entrano adesso in prima classe primaria, usciranno, se faranno anche l’università, nel 2036 – ha detto Carmela Palumbo – si configura uno scenario per certi aspetti molto stimolante ma anche molto complicato”. In linea con questa riflessione anche Delia Campanelli dell’USR Lombardia: “L’apprendimento nell’era digitale non deve porre al centro soltanto la tecnologia, ma i nuovi modelli di interazione didattica che la utilizzano”.

2018-05-18T10:29:22+02:00