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Nasa: BEAM, in fase di “gonfiaggio” il primo modulo gonfiabile per la Stazione Spaziale. Segui la DIRETTA

BEAM Per la prima volta nella Storia un modulo gonfiabile ha raggiunto la Stazione spaziale internazionale. BEAM è stato lancio l’8 aprile alle 22:43 in Italia. A portarlo sul laboratorio orbitante più grande mai costruito è stata la capsula Dragon, veicolata dal Falcon 9 di SpaceX dal Launch Pad 40 della Cape Canaveral Air Force Station in Florida. Il modulo […]

BEAM

Per la prima volta nella Storia un modulo gonfiabile ha raggiunto la Stazione spaziale internazionale. BEAM è stato lancio l’8 aprile alle 22:43 in Italia. A portarlo sul laboratorio orbitante più grande mai costruito è stata la capsula Dragon, veicolata dal Falcon 9 di SpaceX dal Launch Pad 40 della Cape Canaveral Air Force Station in Florida. Il modulo gonfiabile Beam, che sta per Bigelow expandable activity module, è stato agganciato dal braccio robotico della Stazione allo stesso nodo in cui si trova la famosa ‘cupola’. Beam verrà sottoposto a diversi test che mirano a scoprire se i gonfiabili possano essere i moduli del futuro, utili per creare ambienti confortevoli per l’Uomo sulla Luna o su Marte. Beam, tuttavia, non sarà abitato dagli astronauti in questo caso, ma riceverà una loro periodica visita di controllo. Il vantaggio dei gonfiabili risiede soprattutto nella possibilità di diminuire considerevolmente volumi al momento del carico dei vettori diretti nello Spazio. Beam resterà agganciato alla stazione per due anni, durante i quali saranno monitorati pressione, temperatura, radiazioni e l’effetto di eventuali impatti con micrometeoriti o detriti. CLICCA QUI’ per APPROFONDIRE

Il primo progetto Nasa per una stazione gonfiabile risale agli anni 60, l’idea fu ripresa negli anni ’90 con il progetto TransHab a cui partecipò anche l’Italia e da cui derivarono i primi prototipi. Leggeri e compatti al lancio e quindi più economici dei moduli tradizionali, gli ambienti espandibili potrebbero rappresentare il futuro dei sistemi abitativi spaziali, dall’orbita bassa alla Luna e oltre…


Le stanze di Bigelow… gonfiabili
(fonte: ASI TV – WEB TV dell’Agenzia Spaziale Italiana)


L’idea dei moduli gonfiabili non è nuova. Più leggeri e meno ingombranti dei moduli rigidi tradizionali, il loro trasporto in orbita risulterebbe di gran lunga più economico. La Nasa ci aveva già pensato negli anni ’60, commissionando alla Goodyear Aerospace il concept di una Stazione Spaziale espandibile. Ne fu prodotto anche un prototipo in dimensioni reali: una struttura toroidale di 7 metri pensata per ospitare due astronauti e che ricordava un copertone gigante, ma che per ragioni di sicurezza non volò mai: l’ampia superficie gommata risultava infatti vulnerabile all’impatto con micrometeoriti.



Nuovamente negli anni ‘90 la Nasa si dedicò alla realizzazione di un modulo gonfiabile per la stazione spaziale con un volume pari quasi al doppio dei moduli abitativi rigidi tradizionali: il TransHab, una struttura ibrida multivello espandibile fino a 8 metri che vedeva coinvolta anche l’Italia tramite Alenia spazio. A causa dei ritardi e dell’aumento dei costi legati alla realizzazione della ISS il progetto non vide la luce: i diritti e i progetti vennero acquistati dalla Bigelow Aerospace che nel 2006 e nel 2007 mandò in orbita i primi veicoli abitativi gonfiabili sperimentali: Genesis I e Genesis II basati sul design del TransHab. Entrambi i moduli sono tutt’ora in orbita con l’obiettivo di testare sul lungo periodo sistemi e materiali e verificare la vita operativa dei veicoli. segue —>



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Gli esperimenti in arrivo sulla Stazione saranno dedicati allo studio dell’atrofia muscolare, alla perdita di tessuto osseo nello spazio e alla crescita di cristalli di proteine in microgravità, utili alla progettazione di nuovi farmaci.


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2018-06-05T17:20:48+02:00