“Ci aspettavamo di trovare una generazione nativa digitale, invece abbiamo trovato fame di conoscenze vere”. A parlarne, a Diregiovani.it, il professor Andrea Lenzi, Dipartimento di Medicina Sperimentale – Sez. di Fisiopatologia Medica ed Endocrinologia della Sapienza-Universita’ di Roma. Da oggi, presso l’universita’ La Sapienza, un punto informativo della campagna ‘Futuro Fertile’ informera’, anche con del materiale, su educazione alla salute sessuale e riproduttiva. La campagna ha preso il via a Firenze, dopo Roma tocchera’ Padova, 11-12 novembre al Chiostro Palazzo del Bo, e Napoli, 16-17 novembre all’atrio AOU dell’universita’ Federico II.
“Questa e’ una campagna sulla fertilita’- ha detto Lenzi- Il nostro gruppo si occupa di temi sulla fertilita’ maschili e femminili da 40 anni. Siamo stati tra gli antesignani”. Sottolineando il fatto che l’Italia, per una serie di motivi, “e’ una delle nazioni con meno riproduzione nel mondo”, Lenzi ha ricordato che “la campagna futuro fertile e’ ‘figlia’ di un’altra campagna di qualche anno fa, che si chiamava ‘Amico Andrologo’. Questa serie di momenti di comunicazione sono serviti per portare alla conoscenza dei ragazzi e dei genitori una problematica che va affrontata non al momento di volere un figlio ma prima. Io dico a -9 mesi, in pancia della mamma. Vogliamo raggiungere i genitori di domani”. Tra i giovani il riscontro “e’ stato delizioso, sicuramente di grandissima qualita’. Ci aspettavamo di trovare una generazione nativa digitale. Abbiamo trovato una fame e un desiderio di conoscenze vere, incredibile in questi ragazzi. Non c’e’ stato un fraintendimento o una cattiva comprensione del problema”. Secondo Lenzi “il problema fertilita’ si integra in una problematica piu’ grande, che fa parte di un’altra campagna. In realta’ dobbiamo insegnare ai giovani ad avere discontinuita’ con errori di stile di vita. Per esempio il movimento”, definito “indispensabile”, e poi “lo stile alimentare e la questione delle dipendenze, non solo quelle classiche e cioe’ le droghe, il fumo e l’alcol, ma anche la dipendenza da internet, anche questa una gravissima dipendenza”.