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Astronomia: la sonda Dawn scopre l’acqua su Cerere, il Pianeta nano [FOTO/VIDEO]

  Grazie ai dati dello strumento VIR (Asi/Inaf) posto sulla sonda della NASA Dawn, sotto la guida scientifica di Maria Cristina De Sanctis dell’INAF-IAPS di Roma, sembra ci sia acqua nel cratere OXO.  Cerere, scoperto nel 1801 da Giuseppe Piazza, è l’oggetto più grande tra quelli che popolano la cintura degli asteroidi. Le domande a cui […]

 

Grazie ai dati dello strumento VIR (Asi/Inaf) posto sulla sonda della NASA Dawn, sotto la guida scientifica di Maria Cristina De Sanctis dell’INAF-IAPS di Roma, sembra ci sia acqua nel cratere OXO. 

Cerere, scoperto nel 1801 da Giuseppe Piazza, è l’oggetto più grande tra quelli che popolano la cintura degli asteroidi. Le domande a cui gli scienziati cercano di rispondere sono legate alla quantità di acqua che lo compongono e, soprattutto, se un tempo il pianeta nano è stato abitabile. 

La notizia è stata data alcune ore fa durante una conferenza stampa alla quarantasettesima edizione della Lunar and Planetary Science Conference in corso a The Woodlands, in Texas. “VIR ha osservato la presenza di acqua all’interno di Oxo, un cratere di recente formazione, con un diametro di circa 9 chilometri e situato nell’emisfero nord di Cerere” conferma Maria  Cristina De Sanctis, dell’INAF-IAPS e principal investigator di VIR. “Questa scoperta ribadisce l’importanza di Cerere nel contesto degli scenari di formazione del Sistema solare”.



Cerere Oxo crater
Il cratere Oxo su Cerere, ripreso dalla sonda Dawn della NASA. Crediti: NASA / JPL-Caltech / UCLA / MPS / DLR / IDA


INAF – Le nuove dettagliatissime immagini della superficie di Cerere presentate dal team di Dawn mostrano come esso sia un corpo celeste assai complesso dal punto di vista geologico e presenti in alcune zone, come il cratere Haulani, profonde differenze di composizione rispetto alle aree circostanti. Anche per le indagini su Haulani i dati raccolti da VIR sono stati determinanti, permettendo agli scienziati di osservare come viene riflessa la luce del sole dalla superficie di Cerere al variare della sua lunghezza d’onda, nell’intervallo compreso tra il visibile e l’infrarosso e capire così la natura dei materiali che la compongono. Nel caso di Haulani, un cratere dalla forma irregolare e con evidenti striature di materiale brillante, lo spettrometro ha rilevato abbondanze di minerali profondamente differenti rispetto a quelle riscontrate nelle zone circostanti della superficie, in gran parte costituite da una miscela di materiali contenenti carbonati e fillosilicati in proporzioni variabili.

Le immagini in falsi colori di Haulani mostrano che il materiale scavato da un impatto è differente da quello che compone la superficie di Cerere” aggiunge De Sanctis. “Questa diversità nei materiali può stare a significare o che sotto la superficie di Cerere ci sia uno strato misto o che l’impatto abbia modificato localmente le proprietà dei minerali“.


Cerere Haulani

Il cratere Haulani nell’infrarosso. Riprese del cratere Haulani su Cerere ottenute dal Visible and InfraRed mapping spectrometer (VIR), lo strumento italiano a bordo della sonda Dawn della NASA. Queste viste rivelano, da sinistra a destra, variazioni nella brillantezza, mineralogia e temperatura della regione nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso. Crediti: NASA / JPL-Caltech / UCLA / ASI / INAF


VIR – commenta la Responsabile di Osservazione dell’Universo dell’Agenzia Spaziale Italiana, Barbara Negriè uno strumento che opera nel visibile e nell’infrarosso per il quale l’Italia possiede una leadership scientifica ed industriale riconosciuta a livello internazionale. Questa tipologia di strumento è stata impiegata con successo su altre missioni di esplorazione del Sistema solare tra le quali Cassini, Rosetta e Venus Express e ha fornito dati fondamentali per lo studio dei corpi celesti osservati e per la comprensione della loro origine”.

Il team di Dawn ha anche completato una mappa a colori migliorata della superficie di Cerere  che mette in evidenza la diversità di materiale che la compone e il suo rapporto con la morfologia del pianeta nano. In più, grazie ai primi dati dello strumento Gamma Ray and Neutron Detector (GRaND), ha individuato concentrazioni di idrogeno maggiori in prossimità dei poli. Poiché l’idrogeno è il principale costituente dell’acqua, questa informazione rafforza lo scenario della presenza di ghiaccio d’acqua in prossimità della superficie nelle regioni polari di Cerere.


Era il 6 marzo 2015, quando la sonda della Nasa Dawn entrava nell’orbita del pianeta nano situato tra Marte e Giove. Da allora la sonda ha raccolto un enorme quantità di immagini e dati che ci permettono di conoscere più da vicino questo pianeta fino ad ora inesplorato.


cerere


 “Cerere ha superato di gran lunga le nostre aspettative, e ci ha sorpresi più volte, grazie alle informazioni che ci ha fornito durante quest’ultimo anno. Stiamo lavorando duramente per svelare i misteri emersi dalle osservazioni raccolte da Dawn“, dice Carol Raymond, ricercatrice e vice principal investigator della missione presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA.Tra le caratteristiche più enigmatiche rilevate c’è senza dubbio la montagna chiamata Ahuna Mons, un rilievo apparso come un puntino luminoso sulla superficie del pianetino già a febbraio del 2015, quando la sonda si trovava a una distanza di 46 mila km da Cerere. Con le orbite a quote sempre più basse della sonda, la forma di questa montagna ha cominciato a delinearsi con maggiore precisione. Da lontano Ahuna Mons sembrava piramidale, ma da un’analisi più accurata è emerso che la sua forma assomigliava più a una specie di cupola con pareti lisce e ripide.


Al lungo viaggio di Dawn l’Italia ha partecipato in prima linea, con lo spettrometro a immagine VIR-MS (Visible and Infrared Mapping Spectrometer) fornito da ASI e realizzato da Finmeccanica- Selex ES con la guida scientifica dell’INAF-IAPS.

ASI – Ora il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, responsabile della missione Dawn, celebra l’anniversario della sua sonda intorno a Cerere rilasciando una serie di immagini inedite che ritraggono l’affascinante volto del pianeta nano.Le fotografie sono state scattate tra dicembre 2015 e gennaio 2016, quando Dawn ha raggiunto la sua quota più bassa: arrivando a una distanza di 385 Km da Cerere ha potuto studiarne la superficie con un livello di dettaglio senza precedenti.

cerere crater

Un cratere non classificato con un complesso di picchi centrali su Cerere. Gruppi di fratture quasi parallele sono presenti nelle aree più chiare del pavimento del cratere. L’immagine corrisponde approssimativamente a 45 gradi a nord di longitudine e a 50 gradi a est di latitudine. Immagine scattata il 24 gennaio 2016 da un’altezza di 385 Km. Risoluzione: 35 metri per pixel.

Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA


Il suo “occhio” ha così immortalato una serie di crateri, rilievi e fratture, la cui osservazione ha fornito agli astronomi informazioni fondamentali sulla storia e la composizione del pianeta nano.

Tra gli scatti più spettacolari spiccano quelli della sequenza di crateri chiamata Gerber Catena: depressioni e fratture causate probabilmente da movimenti della crosta di Cerere, simili a quelli recentemente studiati su Marte.

cerere crater 2

Un cratere non classificato. Le strutture sul bordo della frattura principale mostrano una superficie più chiara e meno profonda nella metà inferiore dell’immagine. Immagine scattata il 24 gennaio 2016 da un’altezza di 385 Km. Risoluzione: 35 metri per pixel.

Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA


Ma le ultime immagini diffuse dal JPL suscitano forse ancora più interesse. Si tratta infatti di crateri ancora non classificati, la cui osservazione potrebbe svelare nuovi indizi sulla frastagliata superficie del pianeta nano più vicino alla Terra. 

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Crateri in ombra alle latitudini più a nord di Cerere. Immagine scattata il 25 gennaio 2016 da un’altezza di 385 Km. Risoluzione: 35 metri per pixel.

Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA


Non solo. Oltre alle fotografie inedite, la NASA rilascia anche i primi scatti ravvicinati di un’altra grande sorpresa di Dawn: l’individuazione della montagna Ahuna Mons. Questa struttura montuosa era già stata osservata nel febbraio 2015 da una distanza di circa 46.000 Km, ma è stata messa a fuoco per la prima volta quando la sonda è entrata in orbita attorno al pianeta nano. In questo modo i ricercatori hanno potuto rilevare l’altezza di Ahuna Mons, che è in media di 4 Km e raggiunge nei punti più alti 5 Km.

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La misteriosa montagna di Ahuna Mons su Cerere, in un mosaico di immagini raccolte dalla sonda Dawn nel dicembre 2015 da un’altezza di 385 Km. Risoluzione: 35 metri per pixel.

Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA


Nessuno si sarebbe aspettato una montagna su Cerere – commenta Chris Russell dell’Università della California e coinvolto nella missione Dawn – specialmente una come Ahuna Mons. Ancora non abbiamo un modello soddisfacente che spieghi come si sia formata”.

Indagare le origini della montagna di Cerere sarà dunque tra i principali obiettivi del team di Dawn nei prossimi mesi.


2018-06-05T17:22:27+02:00