hamburger menu

“I Pokémon sono come l’ISIS”: il messaggio agli studenti di Stefano Versari

Tra il terrorismo dell’Isis e Pokémon Go c'é "un punto di incontro"

pokemon-come-lisisROMA – Tra il terrorismo dell’Isis e i Pokemon Go in fondo c’é “un punto di incontro”.
Ovvero, entrambi “costituiscono problemi di libertà”.
L’accostamento, forse un po’ ardito, arriva dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale in Emilia-Romagna, Stefano Versari, che nel suo messaggio di auguri per l’inizio dell’anno scolastico invita gli studenti a “non esagerare” con la ricerca dei Pokemon. Soprattutto non farlo “in aree interdette al libero accesso e non durante le lezioni, per favore“.

Pokémon come l’Isis: costituiscono problemi di libertà

Versari inizia mettendo nello stesso calderone la strage di Nizza di luglio, la mania della caccia ai Pokemon e il terremoto di Amatrice. “Che c’entrano con l’anno scolastico?”, si chiede il direttore dell’Usr. A detta di Versari, sono tutti e tre fatti che riguardano i giovani e la loro libertà di scelta. “Diversi Paesi- spiega il provveditore regionale- in nome della sicurezza nazionale hanno proibito la caccia ai Pokemon. Oppure hanno impedito la mappatura satellitare del territorio, quindi la caccia ai Pokemon non è realizzabile. Ecco un punto di incontro: terroristi e Pokemon Go costituiscono problemi di libertà”.

Il direttore Usr ammette che si tratta di “problemi molto diversi fra loro: il primo è drammatico, il secondo tutto sommato futile”.
Ma entrambi “mettono in gioco la libertà di scelta. Perché la persona può scegliere di fare il bene o il male, per se o per gli altri, nelle grandi cose come nelle piccole. Può pure scegliere di dare la morte. E ne pagherà le conseguenze”. E il terremoto? “Chi è rimasto sotto le macerie non è stato libero di sceglierlo”, spiega ancora Versari. Ma allo stesso tempo, anche il sisma “mette in gioco la possibilità di scegliere di fare qualcosa di buono per gli altri. Oppure di scegliere di non fare nulla. E’ la realtà che sfida la libertà di scelta, del bene o del male”.

stefano-versariRivendicare la propria libertà di scelta

Un tempo, continua Versari, “la libertà di scelta veniva chiamata libero arbitrio. Ora questa espressione non è di moda. Eppure la sostanza non cambia. Essere liberi significa essere responsabili dei propri comportamenti– ricorda il direttore dell’Usr- ci sono cose giuste e altre sbagliate, che occorre impariamo a riconoscere. Sapendo che non è possibile scappare dalle proprie responsabilità”.

Secondo il provveditore, dunque, “libertà è responsabilità. Anche giocare a Pokemon Go può essere, in quest’ottica, un modo di rivendicare la propria libertà di scelta. Anche fare cose poco sensate fa parte del quadro generale delle libertà individuali. Il problema è che fare cose senza o con poco senso, prima o poi instupidisce”.

Studenti “guerrieri” come Marco Mengoni

Versari arriva a citare la canzone “Il guerriero” di Marco Mengoni, per poi augurare agli studenti in procinto di tornare sui banchi di potersi dedicare “a custodire la vostra libertà e quella degli altri, coltivando il senso della responsabilità personale, praticando la solidarietà, opponendovi alla prevaricazione, difendendo la dignità vostra ed altrui. Scoprendo quanto la conoscenza allarghi gli orizzonti e restituisca senso al presente e speranza al futuro. E magari anche cercando Pokemon- concede alla fine il direttore dell’Usr- ma senza esagerare, non in aree interdette al libero accesso e non durante le lezioni, per favore”.

2018-06-05T17:17:31+02:00