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Pizza che passione! Quella napoletana è patrimonio Unesco

Con l’arte napoletana di fare la pizza, diventano sette i tesori italiani riconosciuti nella Lista

7 Dicembre 2017

ROMA – La pizza napoletana patrimonio culturale dell’umanità. E’ arrivato nella notte il verdetto della commissione Unesco, che riunita in Corea del Sud doveva decidere se includere l’arte dei pizzaiuoli napoletani tra i beni culturali immateriali da proteggere. E così ha fatto.

I sette tesori italiani riconosciuti dall’Unesco

Con l’arte napoletana di fare la pizza, diventano sette i tesori italiani riconosciuti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Per l’Italia ci sono anche anche l’Opera dei pupi, il Canto a tenore, la Dieta mediterranea, l’Arte del violino a Cremona, le macchine a spalla per la processione e la vite ad alberello di Pantelleria.

Ogni giorno solo in Italia “si sfornano circa 5 milioni di pizze nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio, dove si lavorano in termini di ingredienti durante tutto l’anno 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro” afferma la Coldiretti.

Curiosità sulla pizza

“Nata a Napoli, la passione per la pizza – continua la Coldiretti – è diventata planetaria, con gli americani che sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono questa classifica”.

2017-12-07T11:13:51+01:00