Il tema del dolore psichico ricorre spesso nella vita degli adolescenti che sono chiamati a vivere una fase difficile di transizione impegnati nella faticosa ricerca della propria identità. L’approccio alla sessualità li fa sentire persi e disorientati e le loro delusioni d’amore risultano come delle vere e proprie ferite dell’anima.
Nei bambini, negli adolescenti e negli adulti il dolore irrompe nel corpo mettendone a repentaglio l’integrità.
Freud in “Il Disagio della civiltà” (1929) scrive: “La sofferenza ci minaccia da tre parti: dal nostro corpo che, destinato a deperire e a disfarsi, non può eludere quei segnali di allarme che sono il dolore e l’angoscia, dal mondo esterno che contro di noi può infierire con forze distruttive inesorabili e di potenza immane, e infine dalle nostre relazioni con altri uomini. La sofferenza che trae origine dall’ultima fonte viene da noi avvertita come più dolorosa di ogni altra”.
Ultimamente il tema della connessione mente-corpo sta diventando una tematica di estrema attualità. Diversi apparati del corpo possono essere influenzati da emozioni talmente forti difficili da essere contenute come per esempio il sistema gastrointestinale (gastrite, colite, stipsi, nausea, vomito), il sistema respiratorio (asma bronchiale), il sistema cutaneo (acne, dermatite atopica etc.), il sistema muscolo-scheletrico (cefalea, artrite, dolore al rachide), il sistema genito-urinario (dolori mestruali, enuresi, impotenza) e il sistema endocrino (ipertiroidismo, ipotiroidismo, diabete mellito).
Di solito le persone che soffrono di tali disturbi hanno difficoltà ad entrare in contatto con il proprio mondo interno fatto di emozioni e fantasie, e il mancato riconoscimento e espressione di tali emozioni provoca quindi dei sintomi a livello del corpo.
Secondo alcune teorie l’origine di questi disturbi psicosomatici risale allo stadio primordiale della relazione madre bambino, nella cui fase sono state carenti le esperienze sensoriali legate all’udito, alla vista, all’odorato, al tatto, all’essere toccati, alla temperatura corporea. La madre, in questi casi, non è quindi stata in grado di fornire al bambino un ambiente empatico per farlo sentire contenuto dandogli il senso di esistere (Winnicott parla di holding) e non è stata in grado di attribuire un significato adeguato alle reazioni del bambino, a cominciare dalle sensazioni di fame, di freddo fino all’angoscia e alla gioia.
Quando si ha qualche sintomo fisico si ha la tendenza ad attribuirlo ad una malattia fisica e quindi a ricercare un aiuto medico. Il malessere psichico quindi viene scambiato per un disturbo organico e, essendo il medico di base il primo referente per il paziente, si instaurerà tra i due un colloquio basato su un linguaggio più corporeo che psichico. Nonostante gli esiti negativi delle numerose indagini mediche, il paziente continua a ricercare cause organiche probabilmente per la difficoltà di accettare che si tratti di aspetti psicologici.
È di fondamentale importanza imparare a vivere il dolore manifestandolo con le parole in modo da permettere una trasformazione. È auspicabile associare agli interventi medici interventi psicologici per venire in contatto, attraverso le parole, con la propria realtà psichica e modificarla.
Altrimenti il corpo invece di essere il luogo a noi più intimo, diventa estraneo, privo di sensazioni, emozioni, fantasie cioè senz’anima.
Lo sapevi che…
Secondo la filosofia taoista le cinque emozioni primarie sono collegate ai principali organi interni: la gioia al cuore, la collera al fegato, la paura al rene, la tristezza al polmone, il pensiero ansioso alla milza.
Da una ricerca della Carnegie Mellon University (Cohen S., Janicki-Deverts D., Turner R. B., Doyle W. J., 2014) è emerso che gli abbracci riducono il rischio di ammalarsi durante i periodi di forte stress. Quattrocentoquattro volontari sono stati esposti al virus del raffreddore e hanno ricevuto abbracci da amici e familiari. Osservando la frequenza degli abbracci, è emerso che tra coloro che hanno effettivamente contratto il virus, quelli che avevano ricevuto maggior affetto si ammalavano di meno, mostravano sintomi più leggeri e guarivano prima di quelli che avevano ricevuto meno abbracci.
Il contatto fisico quindi sembra possa stimolare l’organismo a difendersi meglio dallo stress, grazie all’ormone ossitocina che si libera durante l’abbraccio.
Gianluca Gini e Tiziana Pozzoli, ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Padova, hanno pubblicato sulla rivista Pediatrics trenta ricerche che hanno coinvolto duecentoventi mila ragazzi di età compresa tra i 7 e i 18 anni, dimostrando come bambini e adolescenti vittime di bullismo siano esposti ad un rischio significativamente maggiore di soffrire di problemi psicosomatici rispetto ai coetanei non vittimizzati. Sono stati riscontrati emicrania, mal di schiena, dolori addominali, problemi della pelle, ma anche disturbi del sonno, stanchezza persistente, inappetenza, enuresi. Il fenomeno del bullismo quindi non fa male solo all’anima, ma anche al corpo.
Dubbi e domande…
Francesca, 21 anni
Alla morte della seconda nonna ho cominciato ad avere problemi fisici…
Francesca, 22 anni
Ho paura abbia contratto l’HIV in quanto quello stesso piercing sarebbe potuto essere stato appoggiato a qualcuno sieropositivo?…
Anonimo, 16 anni
Da qualche tempo avverto un tonfo al cuore e ogni tanto della tachicardia anche a riposo quando guardo la TV…
Nanni Moretti, nel film Caro diario, è alle prese con dei sintomi psicosomatici…