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Apple vs Spotify: il secondo round della guerra dello streaming

Apple vs Spotify: continua la guerra dello streaming tra i due colossi della musica online. Dopo le accuse di falsa concorrenza, la risposta di Apple...

apple vs spotifyROMA – Apple vs Spotify: continua la guerra dello streaming tra i due colossi della musica online.

Apple vs Spotify: dove tutto è partito

Tutto è iniziato qualche giorno fa quando Spotify ha accusato Apple di concorrenza sleale e di falsare il mercato dello streaming. Secondo la società svedese, Apple starebbe bloccando un aggiornamento dell’app di Spotify, spingendo così i suoi utenti a muoversi verso Apple Music. In particolare, per Spotify si tratta di una conseguenza all’incoraggiamento che la piattaforma di streaming ha attuato nei confronti dei suoi clienti per farli abbonare sul suo sito invece che tramite IOS. Così facendo,  Spotify cerca di evitare di pagare il 30% delle sottoscrizioni mensili a iOS ma alla società di Cupertino questo escamotage non sarebbe piaciuto.

Per cercare di scappare al pagamento, Spotify aveva inizialmente deciso di far pagare di più i clienti che si abbondavano tramite IOS. Chiedeva 13 dollari invece dei 10 chiesti agli altri abbonati. Ma il lancio da parte di Apple del proprio servizio musicale in streaming a 10 dollari al mese ha reso l’iniziativa difficile da continuare.

Poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Apple sarebbe in trattativa con Tidal per una sua acquisizione. Una mossa che non farebbe gioire Spotify che già teme un suo indebolimento.

Non si è fatta attendere la risposta di Apple che, suo malgrado, si è vista protagoniste di accuse che, ovviamente, non ritiene giuste. È così che, tramite il sito BuzzFeed News, la società di Cupertino ha scritto una lunga lettera per dare la sua versione.

Apple vs Spotify: la risposta della società di Cupertino

“Non vi possono essere dubbi sul fatto che Spotify ha beneficiato enormemente dalla sua associazione con l’App Store di Apple. Dalla sua iscrizione ad App Store nel 2009, la piattaforma di Apple ha permesso oltre 160 milioni di download del software, che sono risultati in milioni di dollari di guadagni incrementali per Spotify. È per questo che troviamo preoccupante la richiesta di esenzioni che applichiamo a tutti gli sviluppatori e che si stiano pubblicamente riproponendo rumor e mezze verità relative al nostro servizio. Le nostre linee guida aiutano la concorrenza, non la feriscono. Il fatto che siamo in concorrenza non ha mai influenzato il modo con cui Apple tratta Spotify o altri competitor di successo come Google Play Music, Tidal, Amazon Music, Pandora e le numerose altre applicazioni di App Store che distribuiscono musica digitale. 

Le nostre linee guida si applicano in maniera uguale a tutti gli sviluppatori di app, indipendentemente essi creino giochi, vendano libri o musica e video in streaming e soprattutto a prescindere essi siano o meno concorrenti di Apple. Non abbiamo alterato i nostri comportamenti quando abbiamo introdotto la nostra piattaforma di streaming musicale o quando Spotify è diventato effettivamente un apple vs spotifycompetitor. Ironicamente è ora Spotify a volere che le cose siano diverse, chiedendo un trattamento preferenziale.

Abbiamo sempre creduto che i nostri competitors ci rendano migliori. Ci spingono a creare i migliori prodotti e servizi per i nostri utenti.

Spotify è ancora nel nostro App Store in violazione delle nostre linee guida. Saremo felici di risolvere la
questione non appena Spotify si adeguerà alle regole di Apple. Capiamo la ragione per cui la piattaforma voglia un trattamento speciale e più protezione ma il principio del trattamento giusto e uguale per tutti gli sviluppatori è di fondamentale importanza per noi”.

Spotify non getta acqua sul fuoco 

Dal canto suo, Spotify non sembra aver accettato la risposta del suo principale competitors. Su Twitter il commento di un rappresentante della società svedese con tanto di screenshot dall’App Store: “Questo è quello che Apple vuole fare credere violi le regole. Nessun offerta, acquisto o link”.

La disputa è così passata sul sito di microblogging, per il rappresentante cliccando su “got it” non sarebbe possibile scaricare nulla o comunque nulla di aggiornato.

Un po’ come in una soap opera o in una serie tv, adesso non resta che aspettare il prossimo episodio della battaglia dello streaming. Bisogna avere pazienza per sapere chi la spunterà.

2016-07-05T11:28:28+02:00