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Star Wars: Battlefront II, EA Games sotto accusa per le loot box

Senza precedenti la tempesta mediatica che ha colpito la EA Games

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battlefrontROMA – Senza precedenti la tempesta mediatica che nei giorni scorsi ha colpito la EA Games.
Nel mirino Star Wars: Battlefront II, accusato di iniziare gli utenti al gioco d’azzardo.
Il quarto capitolo del franchise ispirato alla saga di Guerre Stellari, sviluppato da DICE, è uno sparatutto in prima e terza persona che include, tra le modalità di gioco, anche il multiplayer online.
Alla sua uscita lo scorso 17 novembre, il videogioco è stato un successo, anche grazie al marchio Star Wars da cui trae ispirazione, ambienti e personaggi.
Nessuna sorpresa, dunque, che la EA Games stessa, habitué delle meccaniche pay-to-win nei suoi prodotti, avesse in programma di introdurre nella sua ultima opera un sistema di pacchetti acquistabili con denaro reale.

Le loot box di Star Wars: Battlefront II

Le meccaniche pay-to-win tendono a favorire gli utenti che pagano usando denaro vero, a discapito di coloro che ottengono ricompense giocando.
In sintesi, pagando con il denaro reale si potrebbe anche giocare meno di un’ora e risultare comunque più avvantaggiati rispetto ad un giocatore che fa pratica da settimane.

In Battlefront II è possibile acquistare le cosiddette loot box, casse premio contenenti oggetti e potenziamenti random.
Per il loro funzionamento a mo’ di slot machine sono finite nel mirino della commissione belga per il gioco d’azzardo, che in Belgio necessita di permessi specifici.

La natura casuale delle ricompense delle loot box unita alla possibilità di bypassare interamente il sistema di gioco e comprarle con moneta sonante, hanno procurato ad EA Games non pochi grattacapi, portandola sul banco dell’accusa.

A poco sono valse le tirate d’orecchio di mamma Disney, detentrice del marchio Star Wars.
Una cattiva pubblicità che non gioverebbe al brand soprattutto in vista dell’imminente uscita dell’ottavo capitolo della saga stellare, “Star Wars: Gli ultimi Jedi”.
Motivo che ha spinto Disney ad intimare a EA Games di rimuovere da Battlefront II le microtransazioni.

Gioco d’azzardo e videogame

Anche il ministro della Giustizia belga Koen Geens si è espresso sull’argomento: “Mescolare il gioco d’azzardo e il gioco, soprattutto in giovane età, è pericoloso per la salute mentale dei ragazzi”. Seguono investigazioni ufficiali da parte dell’Olanda e un richiamo di sensibilizzazione sul tema del gioco d’azzardo nei videogame da parte dei politici Chris Lee e Sean Quinlan, rappresentanti delle isole Hawaii al parlamento americano.

Se già il ministro belga auspicava un allargamento delle norme anti-gioco d’azzardo all’intera Unione Europea, la manovra dei politici hawaiani ha tutto il potenziale di far tremare le gambe ad ogni software house che abbia in mente di mettere in pratica questo tipo di sistema, specialmente ai danni degli utenti più giovani, maggiormente esposti alla suggestione che il gioco d’azzardo potrebbe loro arrecare.

Sotto indagine della commissione anche il capolavoro di casa Blizzard, “Overwatch”, nel quale però i contenuti delle loot box si limitano a migliorie degli accessori da poter assegnare al proprio personaggio e che non impattano in alcun modo sulla performance in game.
Nel caso i due colossi EA Games e Blizzard vengano giudicati colpevoli dalla commissione di Bruxelles, saranno costretti a dover pagare una multa da centinaia di migliaia di euro, e una eventuale condanna potrebbe portare le autorità europee a pronunciarsi in modo unanime sulla questione dei videogames pay-to-win.

2017-11-23T17:27:11+01:00