hamburger menu

Epic Games v. Apple: lo storico processo è iniziato

La causa era iniziata lo scorso agosto

Si sono aperte oggi le porte del tribunale federale di Oakland, in California, teatro dello storico processo Epic Games contro Apple. La software house ha portato in causa l’azienda di Cupertino, accusandola di monopolio illegale nella gestione dei prezzi dell’App Store. L’esito del processo, qualsiasi sia il responso, darà origine ad una nuova era nell’ambito del mercato dei mobile games e delle applicazioni in generale.

Cosa è successo tra Epic Games e Apple

Fortnite è la mela della discordia tra Epic Games e Apple. Il popolare videogioco da milioni di utenti è disponibile per i sistemi casalinghi di entertainment, sia pc che console, così come lo era sui dispositivi mobili, scaricabile tramite App Store (iOS) e Google Play (Android).

Come altri mobile game, anche Fortnite prevede acquisti in-app, ovvero la possibilità di comprare con monete reali potenziamenti e/o accessori virtuali nel gioco.
Tuttavia, per ognuna di queste transizioni effettuata dall’App Store, Epic Games avrebbe dovuto elargire un compenso del 30% ad Apple.

Per aggirare la percentuale richiesta dalla Mela, il 13 agosto 2020 Epic Games introdusse un aggiornamento in Fortnite che prevedeva la possibilità di effettuare acquisti di crediti in-app direttamente nello store del gioco(bypassando di fatto l’App Store), garantendo agli utenti uno sconto sulle commissioni.

Ma la risposta della Mela non si è fatta attendere. Fortnite è stato rapidamente rimosso dal negozio virtuale per “violazioni contrattuali”.
Stessa sorte con Google e il suo Play Store.

Da qui è iniziata una battaglia legale senza precedenti.

Epic Games si è mossa contro Apple, così come contro Google, invocando le leggi dell’antitrust e accusando le due società di aver il monopolio dei prezzi nel mercato dei mobile games.

A fianco di Epic Games si è creata una vera e propria coalizione contro la “Apple tax”, Coalition for App Fairness, organizzazione no profit di cui fanno parte, oltre la software house, anche Spotify, Tile e Match Group (l’azienda dietro Tinder, Match.com e Meetic). 

2021-05-03T15:51:38+02:00